"Per il ministro a discariche e inceneritori Galletti il piano rifiuti per Roma è 'troppo virtuoso per essere credibile'. Sappiamo tutti che è una sfida difficile. Ma sono proprio le sfide e battaglie difficili quelle che possono cambiare la nostra casa comune. Iniziando da Roma".
Così il M5s sul blog di Beppe Grillo che invita il ministro alla lettura di due passaggi dell'Enciclica Laudato Sì: "Troppo virtuosa?". "Essere "troppo virtuosi", "molto ambiziosi", "i più virtuosi", e individuare obiettivi su prevenzione (riduzione) e differenziata-riciclo (70% al 2021 oggi è al 44%) in anticipo sugli obiettivi europei crea un problema. A chi? Ai cittadini? All'ambiente?" si chiede il M5s che continua: "Puntare su programmi 'troppo virtuosi' produrrebbe un reale cambiamento nella società andando finalmente verso l'economia circolare. Un sistema 'troppo virtuoso', cancellerebbe gli affari miliardari di chi gestisce discariche, inceneritori e ogni anno punta ad aumentare la produzione di 'monnezza'. Se il nostro piano venisse attuato ogni investimento in discariche e costosissimi impianti d'incenerimento non avrebbe più senso e si andrebbe finalmente verso l'economia circolare".
Non siamo un Paese esportatore di rifiuti. A dirlo è il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, che - facendo presente le eccezioni di Roma e Napoli - traccia il percorso dei rifiuti per l'estero e dall'estero verso l'Italia: il saldo dell'export dei rifiuti urbani è limitato allo 0,5% del totale ; l'import dei rifiuti speciali supera invece l'export ed è l'1,5% del totale.
"L'Italia è un Paese più importatore che esportatore di rifiuti - osserva Ronchi - anche se in percentuali piccole.
Importiamo perché siamo un Paese riciclone in settori economici importanti soprattutto rottami ferrosi e non ferrosi, legno, plastica e vetro che alimentano con materie prime riciclate le nostre industrie".
Secondo l'ex ministro dell'Ambiente "i Comuni che ricorrono all'export di una parte consistente dei loro rifiuti urbani, come Roma e Napoli, sono 'eccezioni' dovute alla forte dipendenza dai Tmb (separatori dei rifiuti non differenziati con trattamento meccanico e biologico)". Nel 2015 il 56% dei rifiuti nel Lazio e il 50% in Campania - rileva Ronchi - è stato trattato "in impianti di Tmb e dopo il trattamento questi rifiuti devono andare, per la gran parte, in discarica e all'incenerimento. Molte Regioni invece trattano nei Tmb quantità ridotte di rifiuti perché hanno puntato con successo su raccolte differenziate spinte di buona qualità, su efficienti impianti di pretrattamento e di riciclo dei diversi rifiuti di tutte le filiere, su impianti industriali per il trattamento anaerobico e aerobico dei rifiuti organici e sul riciclo anche dei rifiuti da spazzamento". In questo modo, conclude, "alimentano quello che ormai è un fiorente settore della green economy".