Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Greenpeace, serve moda slow perchè riciclo vestiti è chimera

50 aziende tessili italiane hanno però aderito a campagna Detox

Redazione ANSA ROMA

L'industria della moda consuma troppe risorse. Occorre disegnare scenari più sostenibili intraprendendo un percorso che punti verso una moda slow, perchè il riciclo al 100% è una chimera. E' quanto afferma Greenpeace nel nuovo rapporto "Fashion at the crossroads", che raccoglie quasi 400 esempi di alternative al modello corrente di industria della moda. Per la prima volta viene presentata una rassegna di soluzioni già praticate da cui ottenere un modello che non comporti compromessi di natura etica, sociale o ambientale.

"L'economia circolare - afferma Chiara Campione, Senior Corporate Strategist di Greenpeace Italia - è sulla bocca di tutti, ma dietro questa bella etichetta si nasconde il sogno impossibile dell'industria che la circolarità possa risolvere il problema di un consumo eccessivo di risorse. In ogni caso dobbiamo consumare meno perché il riciclo al 100% è una chimera!".

Da sei anni Greenpeace porta avanti la campagna Detox per l'eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dal tessile.

Finora hanno aderito 80 marchi internazionali, tra i quali più di 50 realtà tessili italiane, che rappresentano il 15% della produzione tessile globale in termini di fatturato.

L'associazione sostiene che questo importante risultato rischia di essere rovinato da una "economia circolare" ancora immatura in cui la produzione tessile globale continua a crescere esponenzialmente e il riciclo avviene prima di aver eliminato le sostanze chimiche pericolose. Di qui l'appello per ridurre l'impatto della produzione tessile, aumentare la longevità dei prodotti, il loro riciclo e una nuova vita per i prodotti. "È ora - conclude Greenpeace - che venga adottata una normativa sulla responsabilità delle aziende che preveda il ritiro obbligatorio dei prodotti a fine vita, per evitare che finiscano in discarica o all'inceneritore, e che premi chi si impegna sul fronte della riduzione dell'impatto ambientale del prodotto".(ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA