Alla fine delle feste, sono 34.000 le tonnellate di alberi di Natale secchi da smaltire in Italia. Sono i dati forniti all'ANSA dal PEFC, il consorzio che certifica la gestione sostenibile delle foreste industriali.
Secondo il PEFC e la Coldiretti, sono 3,8 milioni gli alberi veri addobbati per Natale in Italia, l'80% abeti rossi (Picea abies). Di questi alberi naturali, venduti in vaso con poca terra intorno alle radici, il 90% (3,42 milioni) non sopravvive alle feste, a causa dello shock idrico e del trapianto.
Le piante morte vengono smaltite come rifiuti organici e utilizzate per fare concime compost. Solo gli alberi più grandi, quelli da 25-30 metri, installati nelle piazze dei Comuni, vengono utilizzati per fare arredi urbani o matite. Tenendo conto che un albero di Natale pesa in media 10 chili, al termine delle feste vengono smaltite come rifiuti organici circa 34.000 tonnellate di piante morte.
Il consorzio PEFC sconsiglia di ripiantare in montagna gli alberi sopravvissuti: l'abete rosso è un albero spontaneo solo sull'arco alpino e in alcune aree dell'Appennino Tosco-emiliano.
Piantarlo in boschi dove già è presente l'abete significa creare problemi di inquinamento genetico, visto che non si conosce l'origine di quelli ripiantati. Meglio quindi piantarlo nel giardino di casa o lasciarlo nel vaso per utilizzarlo gli anni successivi.
Se l'albero muore successivamente, va smaltito nella frazione organica. L'abete rosso non è adatto per essere bruciato nei camini, perché troppo ricco di resina.