ROMA - Il governo Gentiloni "intende completare, nei limiti temporali del mandato, le fasi che è possibile concludere" della procedura per la realizzazione del deposito nazionale delle scorie nucleari, "evitando stalli e ulteriori ritardi". Lo scrive in Ministero dello Sviluppo economico in una "Nota informativa sulla Cnapi" (la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee), pubblicata oggi sul suo sito.
Mercoledì scorso (21 marzo) il ministro Carlo Calenda ha annunciato che la Cnapi (cioè la mappa dei siti in Italia dove potrebbe sorgere il deposito) sarà pubblicata entro la prossima settimana, con un decreto ministeriale congiunto Ambiente-Sviluppo.
"Il Deposito Nazionale - spiega il Ministero nella nota - è un'infrastruttura ambientale di superficie dove saranno conferiti i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall'esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito Nazionale sorgerà un Parco Tecnologico, nel quale saranno avviate attività di ricerca specializzata". "La disciplina europea richiede che ciascun Paese si dia una strategia per gestire in sicurezza i rifiuti radioattivi - prosegue il Ministero -. La Direttiva 2011/70/EURATOM prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi". "La CNAPI - prosegue il Ministero - è predisposta dalla Sogin (la società pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari, n.d.r.). Dopo la validazione da parte di Ispra, su nulla osta dei Ministeri, la Sogin avvia la consultazione pubblica. Sono in corso al riguardo ultimi adempimenti, che potranno essere completati nei prossimi giorni. L'iter per la realizzazione del Deposito è presidiato di verifiche e requisiti molto stringenti ed ha tutte le garanzie per un'ampia partecipazione pubblica". "Il Deposito Nazionale - scrive ancora il Mise - è una struttura necessaria per il Paese, dal momento che, una volta realizzata, consentirà di gestire in modo più sicuro, razionale e controllato i rifiuti radioattivi in Italia. Il deposito è inoltre previsto anche per il rientro in Italia dei rifiuti radioattivi derivanti dal riprocessamento del combustibile nucleare all'estero, rispettando così gli impegni assunti dal Governo italiano". "Il ritardo nell'avvio dell'iter - prosegue il Ministero - rallenta la razionalizzazione della gestione dei rifiuti radioattivi, aumenta il costo per il sistema (a carico delle bollette elettriche, per la parte connesse alle ex centrali nucleari), ritarda la liberazione delle aree attualmente sedi di depositi temporanei". "Anche la Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti si è più volte occupata in modo approfondito del problema della gestione dei rifiuti radioattivi - conclude il Mise -, chiedendo al Governo di superare il tema della mancata pubblicazione della CNAPI e criticando il ritardo dell'Italia nel trasmettere alla Commissione Europea il Programma nazionale previsto dalla direttiva 2011/70/EURATOM".