ROMA - Il riciclo della carta avviene da due tipi di materie prime: la raccolta differenziata cittadina da una parte, gli scarti industriali di cartiere e cartotecniche dall'altra. La carta può essere riciclata fino a sette volte.
Oltre, le fibre di cellulosa si deteriorano troppo.
La materia prima dalla raccolta differenziata arriva in grandi balle legate col fil di ferro, preparate dalla aziende che curano la raccolta. In teoria, le balle dovrebbero contenere non più dell'1% di elementi estranei (plastica, metalli, legno, carta sporca). Le aziende di raccolta dovrebbero avere delle piattaforme di selezione. In realtà, in genere le balle vengono confezionate con i rifiuti come escono dai cassonetti, e tocca ai riciclatori separare la carta dal resto. In media il 7% del rifiuto non è carta, ma si può arrivare anche al 15% (come succede a Roma). Nelle balle si trova di tutto, anche scarpe, borse e rifiuti organici.
Le aziende di riciclo più avanzate sono dotate di "fiber test", una macchina in grado di estrarre una carota da ogni balla e verificare la percentuale di rifiuti estranei.
La carta da macero viene caricata da una gru su di un nastro trasportatore e immessa in un gigantesco frullatore. Le fibre vengono sciolte in acqua e sminuzzate da un'elica, poi passano attraverso quattro filtri successivi, di sezione sempre più piccola. In questi filtri viene trattenuto tutto lo scarto, finché si ottiene una soluzione al 99% di acqua e 1% di fibra pulita. Gli scarti vanno in discarica o negli inceneritori.
La soluzione di acqua e fibra viene proiettata su di un grande rullo di tela in movimento. L'acqua cola dalla tela e la percentuale di fibre arriva al 20%. A quel punto le presse premono il foglio umido e fanno uscire altra acqua, così che le fibre salgono al 50%. Sempre correndo su rulli di tela, il foglio va in seccheria, dove viene asciugato e l'umidità si riduce al 3%. Tutta l'acqua eliminata viene mandata in depuratore. Oggi si usano inchiostri all'acqua e non più al piombo: gli scarichi sono amido di cellulosa che si depura facilmente. Tuttavia, alcune carte vengono sbiancate in vasche con saponi. In questo caso ci sono anche sostanze chimiche da depurare.
Per fare un esempio, alla cartiera Reno De Medici di Villa Santa Lucia (Frosinone), al termine della lavorazione si ottiene un rotolo gigantesco da 27 tonnellate, largo 4,5 metri e lungo ben 42 chilometri. Il rotolo può essere mandato così alle cartotecniche industriali, oppure può essere diviso in rotoli più piccoli o tagliato in tanti pannelli, a seconda delle richieste del cliente.