ROMA - Il 72% dei sacchetti per ortofrutta forniti dai banchi di mercato e dalle frutterie di strada in Italia non sono in regola con la normativa sui sacchetti biodegradabili e compostabili, entrata in vigore lo scorso primo gennaio. Lo rivela una ricerca del Codacons, condotta nelle principali città italiane.
Lo studio è stato condotto in frutterie e banchi di Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Catania, Bari, Senigallia, L'Aquila, Cagliari, Reggio Emilia, Padova e Trieste.
Sui banchi dei mercati, solo il 16,1% dei sacchetti era regolare, cioè compostabile (biodegradabile in 3 mesi e trasformabile in fertilizzante compost). Il 72,1% era irregolare, cioè di plastica non biodegradabile. Il restante 11,8% era fallace, ovvero spacciato per compostabile, ma in realtà di plastica comune.
"Come spesso accade in Italia - commenta il Codacons in un comunicato -, accanto ad una legge, buona in teoria, ma confusa in pratica, si crea un pasticcio interpretativo da parte dei Cittadini, supportata da una scarsa ed inefficace informazione, aggravata da un sonnolento controllo. La mancanza di controlli non impedisce l'uso di sacchetti irregolari che, per altro, spesso venduti in nero, aggiungono ai danni ambientali quelli tributari. La confusione comincia dalle diverse denominazioni adottate nei territori: busta, sacchetto, sporta - sportina, borsa, shopper; poi dalle specifiche tecniche con cui la legge da indicazioni: peso, composizione, forma".