ROMA - Se tutta la plastica usa e getta venisse abolita, la domanda di sostanze chimiche derivate dal petrolio calerebbe soltanto del 3-4%. Lo ha detto il direttore downstream della Shell, John Abbott, in un servizio del quotidiano britannico Financial Times.
La plastica usa e getta è una gravissima fonte di inquinamento della terra e dei mari. La Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva per mettere al bando una serie di oggetti monouso, e l'India ha annunciato l'eliminazione della plastica usa e getta al 2022. In tutto il mondo aziende ed organizzazioni annunciano la messa al bando del monouso.
Ma secondo i manager del settore petrolchimico sentiti dal Financial Times, l'eventuale abolizione della plastica usa e getta impatterebbe ben poco le loro attività. Per Abbott il monouso sarà "inevitabilmente" messo al bando, ma questo "non andrà a colpire in modo significativo le nostre prospettive sulla domanda e l'offerta di prodotti chimici".
BP, nel suo studio annuale sull'energia, prevede che le crescenti preoccupazioni ambientali sull'inquinamento da plastica potrebbero tagliare di 2 milioni di barili al giorno il consumo mondiale di petrolio al 2040, appena il 2% della produzione attuale.
Secondo i manager del settore sentiti dal Financial Times, la domanda di prodotti petrolchimici nei prossimi anni continuerà a crescere per due fattori. Da un lato l'aumento della domanda di prodotti di plastica non monouso da parte delle economie emergenti, dovuto alla crescita economica. Dall'altro, la spinta all'efficienza energetica, che richiederà sempre più prodotti in plastica, per alleggerire le auto e isolare le case.
Secondo l'organizzazione dei produttori europei Plastic Europe, nel 2016 nel mondo si sono prodotte 335 milioni di tonnellate di plastica, in aumento del 4% rispetto al 2015.