E' in aumento la produzione di rifiuti speciali in Italia: nel 2016 cresce del 2% rispetto all'anno precedente e raggiunge i 135 milioni di tonnellate (più 4,5% rispetto al 2014). Ma allo stesso tempo l'Italia del riciclo è molto attiva: siamo tra i primi Paesi europei per il riciclaggio dei rifiuti speciali, arrivato nel 2016 al 65%.
Questa la fotografia scattata dal rapporto rifiuti speciali 2018 dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), presentato stamattina alla Camera.
Secondo il report, "occorre investire di più sulla prevenzione dei rifiuti speciali", dal momento che - viene spiegato - "se ne producono ancora troppi e l'Italia è lontana dall'obiettivo fissato dal Programma nazionale di prevenzione del 2013, che prevede al 2020 una riduzione del 5% nella produzione dei 'non pericolosi' e del 10% per i pericolosi, calcolati per unità di Pil al 2010".
I rifiuti speciali, "generati da attività produttive, commerciali e di servizio, sono per quantità oltre quattro volte superiori a quelli urbani (oltre 30 milioni di tonnellate quelli urbani). A crescere in modo particolare nel 2016 è stata la categoria dei 'pericolosi', che con oltre 9,6 milioni di tonnellate segna un più 5,6% rispetto al 2015; contenuto l'aumento dei 'non pericolosi' che arrivano a 125 milioni di tonnellate (più 1,7%)".
Tra i rifiuti speciali, quelli del settore delle costruzioni e demolizioni "costituiscono uno dei flussi più importanti" per quantità: "con oltre 54,8 milioni di tonnellate, rappresentano il 40,6% dei rifiuti speciali, seguiti da quelli prodotti dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento (27,2%) e dal settore manifatturiero (20,7%)". La Lombardia è la regione che produce più rifiuti speciali (29,4 milioni di tonnellate, il 21,8% del totale).