ROMA - E' partita la sperimentazione del progetto europeo "Clean Sea Life" per la raccolta dei rifiuti in mare da parte dei pescatori e il loro smaltimento nei porti. Il progetto, capitanato dal Parco Nazionale dell'Asinara (Sassari), ha coinvolto 4 Regioni italiane affacciate su Tirreno e Adriatico: Sardegna, Emilia Romagna, Marche e Puglia. Clean Sea Life (presentato stamani a Roma) prevede una collaborazione per la raccolta del "marine litter" fra pescatori, amministrazioni comunali, Autorità Portuali, Capitaneria di Porto, aziende di smaltimento.
I pescatori italiani raccolgono nelle loro reti una gran quantità di rifiuti. Ma visto che non ci sono norme chiare sullo smaltimento di questi, e nei porti mancano le strutture, la spazzatura pescata in genere viene ributtata in mare. Il progetto europeo Clean Sea Life vuole favorire la collaborazione fra pescatori e autorità locali sul problema del marine litter, proponendo una serie di buone pratiche e di infrastrutture.
Attività dimostrative si sono svolte quest'anno fra giugno e luglio, e si ripeteranno nel 2019 e 2020.
Nella prima fase della sperimentazione, in una notte 34 pescherecci di Porto Torres (Sassari), Rimini, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e Manfredonia (Foggia) hanno raccolto una tonnellata e mezza di spazzatura accumulata sui fondali, che è poi stata smaltita a terra. Nelle reti a strascico sono rimasti impigliati attrezzi da pesca perduti o abbandonati, copertoni, bottiglie, sacchetti, teli e stoviglie di plastica, tubi, boe, secchi di vernice e una quantità notevole di reste, le retine di allevamento delle cozze che con 424 kg rappresentano circa un terzo del peso totale raccolto. (ANSA).