ROMA - Comincia dal Po la prevenzione contro i rifiuti in mare. Il progetto pilota "Il Po d'aMare" prevede tecniche innovative per intercettare i rifiuti nelle acque fluviali, selezionare i vari tipi di plastiche ed avviarle al riciclo. Una metodologia che in futuro potrebbe essere estesa a tutti i principali fiumi italiani e ad altri Paesi.
"Il Po d'AMare" è stato predisposto da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla (il consorzio per il riciclo della plastica) e Castalia (consorzio di aziende per la tutela del mare), col coordinamento dell'Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell'AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po).
La raccolta dei rifiuti galleggianti è stata messa a punto da Castalia nell'ambito del progetto "Seasweeper". Prevede un dispositivo di raccolta composto da barriere in polietilene che intrappolano la plastica galleggiante e altri rifiuti trasportati dal fiume. Il sistema di barriere non interferisce con la flora e la fauna del fiume, in quanto la raccolta viene eseguita solo nella parte superficiale del corso d'acqua.
La barriera anti-marine litter è stata realizzata nel tratto del fiume Po in località Pontelagoscuro (Comune di Ferrara), a 40 km dalla foce, così da consentire una stima dei rifiuti presenti lungo quasi l'intero corso del fiume. I costi di questo progetto pilota (che avrà una durata di circa due mesi) sono interamente coperti da Castalia e Corepla.
Piccole barche "Sea hunter" raccolgono i rifiuti, in prevalenza plastica, materiali legnosi e canne, e li portano a riva. Da qui vengono trasportati presso l'impianto Transeco a Zevio (Verona), a circa 75 km di distanza. Qui avviene una prima selezione, fra la plastica da riciclare e la frazione non riciclabile, da bruciare per produrre energia o da mandare in discarica. La plastica viene inviata al centro di selezione D.R.V. di Legnago (Verona), del consorzio Corepla, capace di suddividere i vari polimeri mediante lettori ottici.