ROMA - Disciplinare e promuovere il settore del riuso attraverso la riduzione dell'Iva al 10%, l'istituzione di un Tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo e la definizione della figura dell'operatore dell'usato. Questi alcuni dei punti principali presentati da 'Rete Onu - la Rete nazionale degli operatori dell'usato - nel corso di una conferenza oggi alla Camera, in occasione dell'avvio dell'iter di una proposta di legge del Movimento 5 stelle sulla filiera del 'riuso'.
Secondo Rete Onu "sono circa 100 mila le persone coinvolte nella distribuzione di merci di seconda mano ai consumatori, che ogni anno riescono a recuperare 500 mila tonnellate di beni che vengono avviati al riutilizzo, garantendo il riuso di circa 8 kg di rifiuti per abitante, fatturando 2 miliardi".
La proposta - viene spiegato - "mira a regolamentare e rilanciare il settore italiano del riutilizzo", ed è "rivolta agli operatori dell'usato, tutti quei soggetti che raccolgono e distribuiscono beni di seconda mano", come per esempio ambulanti (tipo quelli dei mercati o fiere), i negozi dell'usato in conto terzi e dell'usato tradizionali, le cooperative del riuso, gli operatori della raccolta, del recupero e della distribuzione all'ingrosso di abiti usati ed elettrodomestici.
La pdl ('Disposizioni per la disciplina dell'economia dei beni usati e la promozione del settore del riutilizzo, nonché istituzione del Tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo') istituisce un codice di attività specifico (Codice Ateco), che circoscrive i soggetti su cui ricadranno i provvedimenti in materia fiscale, commerciale, urbanistica e ambientale. Inoltre verrà creato presso il ministero dell'Ambiente un Tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo. Il testo prevede anche obblighi relativi alla tracciabilità.