È in arrivo la raccolta porta a porta dell'olio di frittura usato da trasformare in biodiesel. E' questa la sfida del Conoe (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti), che ad Ecomondo-Key Energy (la fiera della green economy in corso a Rimini) ha presentato una proposta di accordo di collaborazione all'Anci (l'associazione dei Comuni italiani) per avviare la raccolta domestica capillare sui territori. Nel 2017 sono state prodotte 260 mila tonnellate di oli esausti, 94 mila dai settori professionali e 166 mila da attività domestica. Ad oggi solo un quarto degli scarti casalinghi arriva alle bioraffinerie. Tutto il resto viene disperso nell'ambiente oppure gettato nei lavandini. Nel primo semestre 2018 Conoe ha raccolto 37 mila tonnellate di oli esausti, derivanti principalmente da attività professionali, e punta alle 75 mila entro fine anno (più 3 mila rispetto al 2017). Di questi, il 90% è viene già avviato a rigenerazione per la produzione del biodiesel, in sostituzione o miscelazione di carburanti di origine fossile. Se tutti gli oli vegetali esausti generati in Italia fossero recuperati come biodiesel, oltre ai benefici ambientali, si otterrebbe un risparmio sulle importazioni di petrolio pari a circa 112 milioni di euro.