ROMA - Sono 217, tra 2017 e 2018, i casi di danno ambientale in Italia su cui sono state aperte istruttorie seguite, per il ministero dell'Ambiente, dall'Ispra e dalle agenzie ambientali. Il dato emerge da un convegno organizzato dall'Ispra, che evidenzia una maggiore incidenza al Sud.
I danni ambientali vanno dalla Costa Concordia alle discariche di Giugliano in Campania o a quella di Bellolampo a Palermo, dalla Valle del Sacco nel Lazio allo sversamento di idrocarburi nel fiume Polcevera a Genova. Tra il 2017 e il 2018, a livello regionale, 38 casi riguardano la Sicilia, 25 sia la Campania che la Puglia, 18 la Toscana. In Lombardia se ne contano 16, nel Lazio 11 e in Piemonte 10.
Sempre secondo i dati dell'Ispra, la maggior parte delle istruttorie per danno ambientale è associata a illeciti compiuti nella gestione dei rifiuti (41%), violazioni in materia di edilizia e paesaggio (19%) e scarichi fuori norma (5%). Un 8% è legato agli ecoreati individuati dalla legge 68 del 2015 (disastro ambientale, inquinamento, omessa bonifica). Nel complesso, 184 casi si inseriscono in procedimenti giudiziari per reati ambientali, per i quali il ministero può richiedere la riparazione del danno.
"Finalmente è stata censita una buona parte di danno del Paese", ha commentato a margine il presidente dell'Ispra Stefano Laporta, secondo cui l'incremento è frutto anche del "miglioramento dell'impianto normativo: ora abbiamo fattispecie più specifiche grazie alla legge 68 sugli ecoreati".