Cala produzione rifiuti in Italia, sotto 30 milioni tonnellate. Scende la produzione dei rifiuti nel 2017 in Italia, con un calo dell'uso delle discariche. Questi in sintesi i dati principali che emergono dal nuovo rapporto rifiuti dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), presentato oggi alla Camera. In particolare la produzione di rifiuti urbani si ferma sotto quota 30 milioni di tonnellate (29,6 milioni di tonnellate, meno 1,7% rispetto all'anno prima); calano tutte le aree del Paese: 1,4% il nord, 2% il centro, 2,2% il sud. I rifiuti urbani prodotti - spiega l'Ispra - sono stati gestiti in 644 impianti. In discarica sono state smaltire 6,9 milioni di tonnellate (pari al 23%), con una riduzione del 6,8%; quelle operative sono 123 (11 in meno rispetto all'anno prima).
Raccolta differenziata al 55% in Italia. Nel 2017 la raccolta differenziata in Italia raggiunge il 55,5%. Più alti i valori al Nord (66,2%), più bassi al Sud (41,9%), mentre il Centro Italia è al di sotto della media nazionale (51,8%). Questo quanto emerge dal nuovo rapporto rifiuti 2018 dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), presentato oggi alla Camera. Secondo il report sono 13 le regioni che raccolgono in maniera differenziata oltre la metà dei rifiuti urbani prodotti ogni anno: il Veneto è la regione con la più alta raccolta differenziata pari al 73,6%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 72%, dalla Lombardia con il 69,6% e dal Friuli Venezia Giulia con il 65,5%. In 5 regioni c'è una "buona" crescita della raccolta differenziata; "tra 2016 e 2017 hanno fatto un salto di oltre 6 punti percentuale di differenziata, anche se rimangono sotto il valore medio nazionale (55,5%): si tratta di Basilicata (45,3%), Puglia (40,4%), Calabria (39,7%), Molise (30,7%) e Sicilia (21,7%). Il valore più alto in Italia di raccolta differenziata viene raggiunto dalla provincia di Treviso con l'87,8%, seguita da Mantova (86,6%), Belluno (83,4%) e Pordenone (81,6%). Le più basse percentuali di raccolta differenziata provinciali sono in Sicilia, con Enna fanalino di coda (11,3%). Rallenta la crescita della frazione organica raccolta in modo differenziato: solo dell'1,6% nel 2017, mentre, negli ultimi sette anni era aumentata di quasi 8 punti percentuali all'anno. Si raccoglie più legno e metallo; per il legno (800 mila tonnellate) la crescita è pari all'8,2%; per i rifiuti metallici (320 mila tonnellate) la crescita è stata dell'8%.
Il costo del servizio è 171 euro a testa all'anno. Nel 2017 a livello nazionale il costo totale medio pro-capite all'anno per i rifiuti urbani è pari a 171,19 euro. Questo quanto emerge dal nuovo rapporto rifiuti 2018 dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che ha condotto un'analisi economica (sui dati MUD per il 2017) su un totale di 6.345 comuni, presentato oggi alla Camera. A livello territoriale il costo totale del servizio risulta pari a 151,16 euro a abitante all'anno al Nord, a 206,88 euro a abitante all'anno al Centro e a 182,27 euro a abitante all'anno al Sud. Da uno studio sui comuni che applicano la tariffa puntuale (in base all'utilizzo di sistemi di rilevazione e quantificazione della produzione dei rifiuti riferiti a ogni singola utenza servita) emerge che, su un campione di 341 comuni aventi una popolazione 2.520.117 abitanti, "i comuni che applicano il regime della tariffazione puntuale presentano un costo totale medio pro-capite a carico del cittadino inferiore rispetto ai comuni a Tari normalizzata".
Sottosegretario Micillo (M5S), basta inceneritori. "Finalmente dopo tanti anni si stanno traducendo in concreto le politiche industriali di cui l'Italia ha bisogno; il nostro Paese ha imboccato la strada dell'economia circolare, quella che vogliamo mettere davanti a tutto". Così il sottosegretario all'Ambiente Salvatore Micillo intervenendo alla presentazione del nuovo rapporto rifiuti 2018 dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), oggi alla Camera. Tra le altre cose Micillo ricorda che "vogliamo mettere da parte l'art. 35 dello Sblocca Italia", che prevedeva la costruzione di altri impianti di incenerimento.