"Il 2018 è stato l'anno dell'approvazione del pacchetto europeo sull'economia circolare, ma il 2019 dovrà essere un anno determinante per la sua attuazione". Così il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, spiegando che l'economia circolare non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti ancora dislocate in Italia, ma vuol dire anche creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio".
Il riciclo dei rifiuti va semplificato al massimo, ha aggiunto, "altrimenti il rischio di dover aumentare i rifiuti di origine domestica o produttiva in discarica, al recupero energetico o all'estero diventa sempre più concreto".
Legambiente ricorda che con l'approvazione del pacchetto di direttive europee dell'economia circolare sono stati introdotti obiettivi di preparazione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti: 50% al 2020, 60% al 2030 e 65% al 2035.
"L'Italia è ancora indietro", ma "per raggiungere i nuovi target di riciclo dettati dalla normativa europea - spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - servono gli impianti, a partire da quelli di digestione anaerobica e compostaggio, per il trattamento della frazione organica, che rappresenta il 40% del quantitativo raccolto con la differenziata".
Una rete impiantistica, ha aggiunto Zampetti, "consentirebbe la produzione di biometano, da immettere in rete o destinare a carburante, e compost di qualità. Per arrivare a rifiuti zero in discarica o negli inceneritori, serve realizzare mille impianti di riciclo e riuso. Non c'è altra soluzione".