Sono oltre 140 mila le tonnellate di rifiuti tecnologici avviate al riciclo da Cobat, la piattaforma italiana di servizi per l'economia circolare (un Consorzio dedicato alla raccolta, stoccaggio e avvio al riciclo di qualsiasi tipologia di rifiuto); cosa che ha iniziato "a trasformare l'industria, in particolare quella dell'elettronica". Questo quanto emerge dal rapporto Cobat 2018, presentato al Maxxi a Roma, insieme con la ricerca 'Scenari e strategie future di gestione dei rifiuti tecnologici', realizzata da Althesys (la società di consulenza su ambiente, energia, infrastrutture e utility).
Le 140 mila tonnellate gestite si dividono tra "batterie al piombo, pile portatili, Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e vecchi pneumatici (Pfu)". Di batterie al piombo esauste ne sono state raccolta oltre 116 mila tonnellate (il maggiore incremento dei quantitativi in Molise con più 17%, Campania a più 11% e Lazio a più 8%); in termini assoluti le migliori sono Lombardia, Veneto e Campania. Sono state oltre 6 mila le tonnellate di pile portatili esauste raccolte, con una diminuzione del 10% a livello nazionale. Per i Raee, i 1.392 punti di raccolta in tutta Italia hanno prodotto quasi 19 mila tonnellate (più 35,43%); tv e monitor, con oltre 8 mila tonnellate, sono la categoria che registra la maggior quantità. Il quantitativo di Pfu ha superato le 2 mila tonnellate (più 6,5%). (ANSA).