Ancora in aumento in Italia la produzione nazionale dei rifiuti speciali: nel 2017 sfiora i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3% in più rispetto al 2016). Tra i rifiuti speciali, cresce la produzione di quelli non pericolosi (+3,1%), mentre rimane stabile quella dei pericolosi (+0,6%, corrispondente a 60 mila tonnellate). Sono i dati del Rapporto annuale 2019 Rifiuti Speciali dell'Ispra (il centro studi del Ministero dell'Ambiente).
Il maggior contributo alla produzione complessiva arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni: con oltre 57 milioni di tonnellate, concorre al 41% del totale prodotto. Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano il 25,7% del totale (quasi 36 milioni di tonnellate), le attività manifatturiere il 21,5% (quasi 30 milioni di tonnellate).
I rifiuti gestiti aumentano del 4% segnando un +7,7% delle quantità avviate a recupero di materia ed una diminuzione dell'8,4% di quelle destinate allo smaltimento.
Nel 2017 i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate). La quantità maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96% rifiuti metallici), seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824 mila tonnellate, e dall'Austria, 733 mila tonnellate. I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclo, principalmente in acciaierie di Friuli Venezia Giulia e in Lombardia.