Il Dl imprese, che ha ottenuto il vi alibera definitivo da Montecitorio, contiene anche la nuova normativa "End of Waste" (fine del rifiuto): questa permette il riciclo di nuovi materiali, bloccati l'anno scorso da una sentenza del Consiglio di Stato, a causa della mancanza di normativa.
L'articolo 14 bis della legge di conversione recepisce le direttive Ue del 2018 sull'economia circolare, che regolano le attività di riciclo. Ma soprattutto, permette alle Regioni e alle Province (in mancanza di una autorizzazione del Ministero dell'Ambiente) di autorizzare le aziende al riciclo di rifiuti che finora finivano in discarica o negli inceneritori.
L'articolo prevede anche una banca dati nazionale di tutte le aziende che riciclano e controlli dell'Ispra rafforzati.
Al momento sono 15 le richieste di autorizzazione per il riciclo di nuovi materiali: fra questi, plastiche miste, scarti della carta, terre e rocce di scavo, polveri post combustione, scarti del vetro, oli lubrificanti. Ma sono almeno 835 i tipi di rifiuto che potrebbero ottenere l'autorizzazione a diventare "materia prima seconda".
"Calcoliamo che il riciclo di nuovi materiali porterà un giro d'affari annuo di 2 miliardi di euro e toglierà da discariche e incenerimento oltre 70 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno", ha spiegato il deputato M5S Alberto Zolezzi.
Per fare un esempio, il riciclo di pannolini e assorbenti, una tecnologia italiana di recente autorizzata dal Ministero dell'Ambiente, ha dato lavoro a 60 aziende e recuperato 900.000 tonnellate di rifiuti all'anno.