ROMA - Ogni anno significativi quantitativi di apparecchiature elettriche ed elettroniche e loro componenti vengono sottratti dal flusso dei RAEE raccolti (oltre 420mila tonnellate). Quasi 20.000 tonnellate di questi rifiuti, solitamente le parti più preziose, spariscono spesso dai centri di raccolta e vengono illegalmente rivendute sul mercato (la cosiddetta "cannibalizzazione"), per una perdita complessiva di 14 milioni di euro e con gravi danni ambientali.
Sono questi i principali risultati che emergono dall'analisi "La cannibalizzazione dei RAEE" a cura di ASSORAEE (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNICIRCULAR). Lo studio è stato presentato a Rimini alla fiera della green economy Ecomondo.
L'analisi rivela come alcune tipologie di prodotti dismessi dai consumatori non raggiungano gli impianti di trattamento, in particolare i beni che mantengono un maggiore valore economico, come frigoriferi, condizionatori, congelatori, televisori e laptop, LCD o plasma, computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici.
Oltre alla sottrazione dell'intero prodotto, molto spesso i rifiuti vengono cannibalizzati durante la fase di raccolta o, talvolta, mentre il materiale è stoccato, prima del suo conferimento agli impianti per il trattamento. I materiali più ricercati sono i compressori (in 4 casi su 10 spariscono dal rifiuto), i cavi di alimentazione e le schede elettroniche.
Dal punto di vista delle ricadute ambientali l'asportazione dei compressori da frigoriferi e congelatori provoca i maggiori danni in quanto vengono rilasciati in atmosfera i gas utilizzati nei circuiti refrigeranti, in particolare quelli contenenti sostanze ozono-lesive, quali CFC ed HCFC. Altrettanto a rischio è anche la dispersione di mercurio, dovuta alla cannibalizzazione degli schermi piatti. Inoltre, esiste un concreto rischio di dissipazione per i CRM (Critical Raw Materials) contenuti nelle batterie, nelle schede elettroniche o in altre componenti.