Definire un Programma Nazionale per la gestione rifiuti, "concreto ed efficace, che contenga tutti gli elementi di pianificazione del settore: stima realistica della produzione di rifiuti nei prossimi 15 anni, fabbisogno impiantistico, cronoprogramma degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi, misure di sostegno per il mercato del riciclo, previsione degli specifici strumenti economici da utilizzare, monitoraggio del raggiungimento dei risultati secondo quanto previsto a livello Ue". Sono queste le principali proposte avanzate da Fise Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) in una lettera inviata oggi al ministero dell'Ambiente per la definizione del Piano Nazionale per la gestione dei rifiuti.
"È necessario che si lavori per arrivare a un vero e proprio programma nazionale che contenga tutti gli elementi di programmazione del settore", sottolinea in una nota il presidente Fise Assoambiente, Chicco Testa, "e non solo linee guida di massima per i Piani delle Regioni. Uno strumento di reale pianificazione sarà strategico sia per orientare una politica nazionale di settore, sia per rappresentare alle istituzioni europee la nostra 'road map' per raggiungere tutti gli obiettivi fissati dalle nuove direttive e dal 'Pacchetto economia circolare'".
Auspicando un confronto quanto prima con i rappresentanti del Ministero, l'associazione ha formulato dieci proposte per il Tavolo di lavoro a cui lo stesso ministero intende coinvolgere tutti i principali stakeholder.
Ecco i dieci punti: dati puntuali su produzione, gestione, trattamento dei rifiuti urbani e speciali, con una stima della produzione nei prossimi 15 anni che includa anche una valutazione degli strumenti di prevenzione; indicazione degli obiettivi nazionali di riciclo e di smaltimento e macro-obiettivi della policy; linee guida per i Piani Regionali di gestione dei rifiuti e criteri vincolanti per le macroaree; analisi del deficit di impianti di recupero e smaltimento a livello nazionale e territoriale; definizione del fabbisogno e indicazione della distribuzione dei nuovi impianti per macro area, da realizzare per il superamento degli squilibri territoriali. E ancora, cronoprogramma degli interventi coerente con gli obiettivi fissati per il 2025-2030-2035; misure per il sostegno del mercato del riciclo (Decreti End-of-Waste, semplificazioni, Green public procurement); strumenti di sostegno di finanza pubblica (Stato, Next Generation Ue, Fondi Strutturali 2021/27) agli investimenti, strumenti economici adeguati al raggiungimento degli obiettivi e a sostegno del funzionamento degli impianti: Responsabilità Estesa del Produttore, incentivi al riciclo e al recupero energetico, tassa sul conferimento in discarica; piano di comunicazione ambientale e infine metodologia per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi, della dinamica di produzione dei rifiuti e della realizzazione effettiva degli impianti.
Sarà fondamentale, secondo l'Associazione, "utilizzare tutti gli spazi di manovra consentiti dalla normativa per definire un Programma nazionale concreto, un documento vero di policy di settore, pur nel rispetto delle competenze regionali e locali che indichi con chiarezza una Strategia Nazionale di settore, base di riferimento per le iniziative degli operatori economici e le imprese private e pubbliche".