Con 47.400 tonnellate di imballaggi in alluminio riciclate nel 2020, pari al 68,7% delle complessive 69.000 tonnellate immesse sul mercato - cui vanno aggiunte 4.500 tonnellate di imballaggio sottile destinato alla termovalorizzazione - l'Italia si conferma anche per il 2020 tra le eccellenze a livello europeo per quantità di alluminio riciclato prodotto. Sono i numeri principali presentati all'assemblea annuale delle 250 imprese consorziate al Cial (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio).
Nel renderlo noto, il Consorzio rileva che questo risultato "ha consentito di evitare emissioni di gas serra pari a 355mila tonnellate di CO2 e risparmiare energia per oltre 153mila tonnellate equivalenti di petrolio, ed è stato reso possibile grazie all'azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni".
In particolare, sono oggi 5.448 i Comuni e circa 47 milioni i cittadini attivi nella raccolta differenziata dell'alluminio con cui Cial collabora, nell'ambito dell'Accordo Quadro Anci-Conai, su tutto il territorio nazionale, si legge nella nota. Numeri che hanno consentito di mantenere il trend positivo della raccolta differenziata gestita dal Consorzio negli ultimi anni, seppur con un calo sia dell'immesso (-6%) sia delle quantità riciclate (-7%) riconducibile alla crisi economico-industriale che ha colpito il Paese e il sistema globale in seguito alla pandemia da Covid-19.
"Sulla base di uno studio effettuato sul 'Trend evolutivo del Packaging in alluminio negli ultimi vent'anni' - ha ricordato il presidente di Cial Bruno Rea - per la produzione di imballaggi sono state risparmiate in totale 107mila tonnellate di alluminio, che si traduce in mancate emissioni serra pari a 936.000 tonnellate di CO2 equivalenti".