Al Sud e nelle isole servono investimenti per 2,2 miliardi di euro per rimediare alla carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti, e nel Pnrr si possono trovare 440 milioni di euro per questo. Lo sostiene Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche. Oggi ha presentato al Green Symposium di Napoli l'impatto degli investimenti legati al PNRR nel settore rifiuti al Sud Italia.
La percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata a livello nazionale, nel 2019, è stata pari al 61%, con differenze sostanziali: il Nord (67%) e la Sardegna (73%) hanno conseguito gli obiettivi previsti dalla normativa, mentre il Sud peninsulare si attesta al 52% e la Sicilia al 39%.
Considerando gli obiettivi della normativa europea al 2035 - riciclo al 65% e discarica al di sotto del 10% - servono nel Sud peninsulare e in Sicilia investimenti pari a 2,2 miliardi di euro: ciò per soddisfare il fabbisogno di trattamento della frazione organica per ulteriori 2 milioni di tonnellate e di incenerimento con recupero di energia per ulteriori 1,3 milioni di tonnellate.
Il deficit impiantistico si traduce anche nei viaggi dei rifiuti verso gli impianti del Nord, con maggiori costi a carico dei cittadini del Mezzogiorno: mediamente per la riscossione della tariffa sui rifiuti pagano tra i 355 ed i 360 euro, rispetto ai 273 euro del Nord e ai 322 euro del Centro.
Sono stati stimati in circa 440 milioni di euro gli investimenti realizzabili nel Mezzogiorno dalle imprese associate a Utilitalia. La messa a terra degli investimenti, in particolar modo quelli relativi ad impianti per il trattamento della frazione organica, contribuirebbe ad incrementare la capacità disponibile di oltre il 20% e ridurre il fabbisogno del 16%.