Le caverne nascoste nelle foreste pluviali del Venezuela sono il suo posto di lavoro. Utilizza immagini satellitari e planimetrie aeree per orientarsi negli angoli più remoti del Pianeta.
Francesco Sauro, 31 anni, socio del Gruppo Speleologico Padovano, ha fatto della speleologia la sua "mission impossible" e con la scoperta in Venezuela di Imawarì Yeuta, il più vasto sistema di grotte nelle quarziti al mondo, un dedalo di laghi color violetto con cristalli di minerali sacro per le popolazioni locali, ha riportato in auge il mito degli esploratori italiani. Al punto che Time magazine ha inserito tra i dieci leader della prossima generazione lo speleologo di origine venete.
Nel massiccio dell'Auyan Tepui ha mappato 14 miglia (22,5 km) del maxi-sistema di quarzite. Fino ad oggi poco è stato conosciuto su questo tipo di grotta, e durante l'esplorazione in compagnia di ragni e millepiedi, ha scoperto un nuovo minerale e studiato le colonie batteriche all'interno dell'antro. "Le grotte - sottolinea Sauro - sono i migliori archivi del tempo, della evoluzione del paesaggio e della vita. Ogni traccia qui è conservata in misura maggiore rispetto alla superficie". La speranza è che lo studio di questi pertugi finora inesplorati, e anche perciò ben conservati, aiuterà a capire le origini della vita, si legge nelle motivazioni della designazione nella top ten di Time.
Sauro, di origini venete, è andato per grotte per tutta la vita. Anche suo padre era un esploratore di grotte appassionato, al punto che lo portò ad esplorare 'gli interni' dei Monti Lessini, nei dintorni di Verona, quando aveva tre anni. Gli studi in geologia hanno strutturato questa curiosità per gli abissi e carsismo, con pratica sul campo in spedizioni internazionali.
Per trovare coraggio il talentuoso Sauro dice di ispirarsi a Leonardo da Vinci, che ha scritto del suo terrore iniziale di guardare in una caverna buia. "Ma la paura lentamente si trasforma in curiosità per ciò che è dentro", dice Sauro che è membro del gruppo La Venta, attivo dal 1991 nell'esplorazione di luoghi remoti del pianeta, e per le sue attività di speleologo è stato già insignito del Premio Rolex.