Meglio un abete vero di uno di plastica, ok alle luci al Led e da accendere con parsimonia, dire di no al capitone nel cenone della vigilia. Con le giuste scelte anche il Natale può essere amico dell'ambiente.
A partire dall'albero di Natale: prendere un abete vero al posto di uno finto, di plastica, può rivelarsi più sostenibile.
La plastica impiegata per gli alberi finti, evidenzia FSC, organizzazione no profit che si occupa di certificazione dei prodotti forestali, ha costi ambientali e di smaltimento molto elevati. Gli abeti naturali invece provengono, o dovrebbero provenire, da piantagioni specifiche, e il loro abbattimento non va a intaccare il patrimonio boschivo del territorio. Le grandi città danno il buon esempio: da Roma, Milano, fino a Londra e Bruxelles, la scelta è caduta su abeti col bollino PEFC, altro organismo di certificazione. L'abete vero non si butta nella spazzatura a fine feste: si pianta.
La tavola è un altro banco di prova chiave. A cominciare dagli allestimenti: posate, piatti, calici usa e getta, tovaglie e tovaglioli di carta dovrebbero essere banditi. Quanto al menù, Legambiente suggerisce i prodotti tipici del Made in Italy provenienti se possibile da agricoltura biologica o dal circuito del commercio equosolidale. Il Wwf invita a non consumare cibi come il patè di fegato d'oca, che comporta sofferenze agli animali, o i datteri di mare, la cui pesca è vietata in Italia e Ue. Stop all'anguilla: è tradizione ma oggi è classificata come in pericolo critico di estinzione.