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Fao, Fame zero si supera con equo commercio internazionale

Presentato "The State of agricultural commodity markets"

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Il commercio internazionale può giocare un ruolo molto importante sul riacutizzarsi della fame nel pianeta a causa degli effetti climatici sulla produzione di cibo in molte regioni del mondo. A sostenerlo è il rapporto, pubblicato lunedì, "The State of agricultural commodity markets 2018" della Fao. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura sostiene in particolare che "i cambiamenti climatici influenzeranno l'agricoltura globale in modo non uniforme, migliorando le condizioni di produzione in alcuni luoghi e influenzando negativamente altri, creando perciò una serie di "vincitori" e "perdenti" lungo la strada". La produzione alimentare nei paesi a bassa latitudine - molti dei quali già soffrono povertà, insicurezza alimentare e malnutrizione - sarà la più colpita, osserva il rapporto. Per il direttore Generale della Fao José Graziano da Silva la strada "per evitare che il divario economico, e nella sicurezza alimentare, tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo si allarghi ulteriormente è necessario garantire che l'evoluzione e l'espansione del commercio agricolo siano equi e operino nella direzione dell'eliminazione della fame, dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione. Sono quindi necessarie - ha precisato - politiche commerciali che promuovano mercati globali ben funzionanti, insieme a misure nazionali efficaci dal punto di vista del clima, investimenti e schemi di protezione sociale".

Per affrontare il tema del fabbisogno alimentare, secondo il rapporto Fao, le regole del commercio internazionale e l'accordo di Parigi sul clima possono essere ''di reciproco sostegno con le politiche agricole e commerciali nazionali che potranno aver bisogno di adeguarsi, per riuscire a trasformare il mercato globale in un pilastro della sicurezza alimentare e in uno strumento per l'adattamento ai cambiamenti climatici". Il rapporto Fao segnala che alla rapida crescita del commercio agricolo tra il 2000 e il 2008 sono sopraggiunte contrazioni nel periodo 2009-2012, mentre in termini di valore il commercio agricolo è cresciuto significativamente tra il 2000 e il 2016, passando da 570 miliardi di dollari a 1,6 trilioni di dollari. Molto di ciò è stato determinato dall'espansione economica in Cina e dall'aumento della domanda globale di biocarburanti.

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