I giovani europei sono più preoccupati da degrado ambientale e cambiamenti climatici (quasi il 50% degli under 35) che dalla diffusione di malattie infettive (36%). Il 75% di coloro che hanno tra i 15 e i 35 anni di età sono molto o mediamente motivati a vivere in modo sostenibile.
Netta la posizione dei giovani italiani: oltre l'80% ritiene le nostre abitudini di consumo non ambientalmente sostenibili.
Questo uno spaccato dell'indagine realizzata da Ipsos per #ClimateOfChange, la campagna di comunicazione europea guidata da WeWorld - organizzazione italiana che difende da 50 anni i diritti di donne e bambini in 27 Paesi del mondo inclusa l'Italia - che mira a coinvolgere i giovani per informarli sul nesso tra cambiamenti climatici e migrazioni e creare un movimento pronto non solo a cambiare il proprio stile di vita ma anche a sostenere la giustizia climatica globale.
Dall'indagine emergono le abitudini green che giovani europei adottano sempre o frequentemente comprese le buone pratiche quali il differenziare i rifiuti per il riciclo (79%), cercare di risparmiare energia a casa (78%), non sprecare i rifiuti alimentari (80%). A livello generale nell'85% dei casi i giovani hanno una dieta comprendente carne e pesce, a fronte di un 6% di vegetariani e di un 5% di "pescetariani" (coloro che mangiano pesce ma non la carne). Una percentuale pari a un terzo (31%) evita di comprare spesso nuove cose, il 37% acquista prodotti del commercio equo e solidale e alimenti biologici.
Consapevoli dei riflessi socio economici, i giovani sono anche pronti ad azioni incisive: è frequente il voto per politici che danno la priorità alla risoluzione di queste problematiche, intercettando il 25% della platea degli under 35, e il 20% ha boicottato dei prodotti commerciali come forma di protesta.