(ANSA) - ROMA, 05 GIU - I paesi ricchi devono aiutare i paesi poveri nella tutela dell'ambiente e nella lotta al cambiamento climatico, altrimenti questi ultimi non saranno in grado di agire, e i danni li subiremo tutti. E sul clima, la finanza deve essere etica, non deve pensare solo al profitto "green". Nella Giornata Mondiale dell'Ambiente, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani pone l'accetto sulla solidarietà internazionale verde. E mentre papa Francesco chiede "un'ecologia umana integrale", un gruppo di ong avvia la prima causa legale contro il governo italiano per inadempienza nella lotta alla crisi climatica.
Il tema scelto quest'anno per la Giornata dall'Onu (che la organizza dal 1974) è "ripristinare l'ecosistema". Oggi le Nazione Unite danno il via anche al Decennio per il ripristino degli ecosistemi. Uno sforzo globale di dieci anni per recuperare ambienti naturali degradati: foreste, fiumi, laghi, mari oceani, città, terreni agricoli, montagne, zone umide.
Ospite virtuale della Giornata è il Pakistan, che lancia il suo "tsunami di 10 miliardi di alberi": un progetto che punta a piantare 10 miliardi di alberi da qui al 2023.
"L'Unione europea produce solo il 9% dell'anidride carbonica globale - ragiona il ministro Cingolani a un evento di SkyTg24 -. Noi possiamo tassarci per ridurre le emissioni di gas serra, ma se altri Paesi continuano a produrle, il nostro sforzo non serve a niente. Per questo, i Paesi ricchi devono aiutare quelli poveri nel loro modello di sviluppo. Serve l'impegno di chi può, per aiutare chi non può". Ma oltre ai governi, anche i privati devono fare la loro parte. "Si parla tanto di finanza per il clima - prosegue Cingolani -. Ma questa finanza deve essere etica. Deve livellare le differenze, non solo fare soldi con la transizione ecologica".
Concetti analoghi li esprime papa Francesco in un tweet: "Abbiamo bisogno di un'ecologia umana integrale che trasformi i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra; che coinvolga non solo le questioni ambientali, ma l'uomo nella sua totalità, rispondendo al grido dei poveri".
Il ministro Cingolani tuttavia critica gli ambientalisti che attaccano in continuazione le imprese in nome dell'ecologia. "Io non ne posso più di sentire demonizzare l'industria" dice, non si può "cambiare tutto in un giorno", vanno create "le condizioni infrastrutturali, tecnologiche, fare crescere anche il mercato della domanda, cambiare il modello produttivo e industriale. Ma dobbiamo farlo in maniera sostenibile, e la sostenibilità è anche garantire il lavoro". Il ministro ha poi chiuso le polemiche di questi giorni su una sua presunta apertura al nucleare: "Abbiamo fatto due referendum e ci siamo prounciati. Questo è quello che conta. Infatti nessuno ne ha parlato e non è all'ordine del giorno".
In Italia però, un gruppo di ong ecologiste coglie l'occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente per lanciare una causa legale contro lo Stato per inadempienza nella lotta alla crisi climatica. Un'iniziativa già avviata in altri paesi, e che ora arriva nel nostro. A promuoverla è l'associazione A Sud: partecipano 24 ong (fra le quali Fridays For Future e Terra), 162 adulti e 17 minorenni. I ricorrenti chiedono al Tribunale di dichiarare che lo Stato italiano è responsabile di inadempienza nel rispetto dell'Accordo di Parigi, e di condannarlo a ridurre le emissioni di gas serra del 92% entro il 2030. (ANSA).