MILANO - Il modello cooperativo europeo, in particolare spagnolo, si è confrontato con quello italiano nel corso del primo incontro organizzato da Confcooperative e Federlavoro al padiglione della società civile di Expo, Cascina Triulza. A portare l'esperienza di un modello di cooperazione integrato ed interconnesso è stato il direttore della federazione di cooperative di Mondragon in Spagna, Mikel Lezamiz. " Si tratta di un'esperienza cooperativa dinamica - ha spiegato - la settima in Spagna con un fatturato nel 2013 di 12 miliardi di euro, 257 tra aziende e cooperative, 75 mila lavoratori. Lo scorso anno abbiamo assunto oltre mille persone". In questo modello integrato il 90 per cento dei lavoratori sono soci e proprietari delle realtà che lo compongono: cooperative industriali, di consumo, agricole, di formazione, di servizi a cui si aggiungono anche 15 centri di ricerca e sviluppo. Modello integrato, completo e indipendente nella cooperazione significa che "conoscenze e competenze le trasferiamo da una cooperativa all'altra - ha spiegato Lezamiz - così come i progetti e la liquidità. I pilastri di questa condivisione sono educazione e istruzione, finanza, benessere sociale e sanitario dei nostri lavoratori, centri di ricerca. C'è vera collaborazione tra le diverse realtà che lavorano anche per fare rete".
Un modello che potrebbe innovare anche la cooperazione italiana "creando nuove forme di rete e consorzi - ha spiegato la vice presidente di Federlavoro, Cristina Bazzini - per lavorare su più fronti valorizzando quello che si è ottenuto fino ad oggi sul territorio". A frenare una svolta in questo senso delle cooperative italiane sono spesso "le complicate norme sugli appalti - ha concluso - che sono problematiche ma noi basiamo su quello il nostro operato. Vanno semplificate".
30 ott. 2015