(ANSA) - MILANO, 19 MAG - Sono ancora 805 milioni le persone
che non hanno cibo sufficiente nel mondo, anche se negli ultimi
anni il numero è sceso di 40 milioni, confermando una linea di
tendenza che dura da un ventennio. E' quanto emerge da una
ricerca condotta da Caritas Internationalis e presentata a Expo
in occasione del Caritas Day a Expo.
L'indagine ha coinvolto 99 Caritas nazionali del mondo in 71
Paesi, rappresentative dell'83% della popolazione globale. Un
terzo degli intervistati ha risposto che nel proprio Paese le
persone "non hanno accesso" a cibo sufficiente, la metà che la
sicurezza alimentare è garantita "in parte" e soltanto un quinto
che lo è completamente.
Secondo lo studio, le prime tre cause dell'insicurezza
alimentare sono: mancanza di risorse (terra, semi, prestiti,
accesso ai mercati) per i piccoli agricoltori; bassa
produttività agricola; impatto dei cambiamenti climatici.
A soffrire di più per la bassa produttività agricola e i
cambiamenti climatici sono i contadini dell'Africa sub-shariana.
In Asia, invece, è la mancanza di accesso alle risorse per i
piccoli agricoltori, oltre alla mancanza di governance la causa
principale della insicurezza alimentare. Gli intervistati in
America Latina e nei Caraibi hanno invece sottolineato gli
effetti negativi della speculazione legata ai prezzi alimentari
e della mancanza di infrastrutture. In Medio Oriente e Nord
Africa la causa principale deriva dai conflitti e dalla mancanza
di acqua pulita.
Il 35% di coloro che hanno risposto alll'indagine hanno
riferito che l'azione più importante per ridurre la fame, la
malnutrizione e l'insicurezza alimentare è "migliorare
agricoltura". "Non a caso - dice il rapporto - è verso i
coltivatori che sono stati orientati i programmi per la
sicurezza alimentare promossi da Caritas: in questi anni le
prime aree di intervento sono state: formazione degli
agricoltori, sostenibilità, distribuzione di cibo o semi dopo
un'emergenza, miglioramento della nutrizione e della salute".
Lo ricerca rileva poi come le conseguenze dell'insicurezza
alimentare vadano oltre la malnutrizione: secondo i dati
raccolti in 71 Paesi, la fame ha impatto sul tasso di
criminalità, sul rafforzarsi della corruzione, sulla diffusione
di malattie e disturbi psicologici, sull'aumento dei conflitti
tribali. E sull'intensificarsi dei fenomeni migratori.
"I risultati dell'indagine - afferma Michel Roy, segretario
generale della Caritas Internationalis - aprono una finestra
sulle lotte dei piccoli agricoltori impoveriti. La comunità
globale deve fare di più per combattere fame e malnutrizione".
(ANSA).
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