- ROMA - Una proposta di legge contro le odissee giudiziarie che porta il nome del generale dei Carabinieri Mario Mori, già comandate dei Ros e direttore del Sisde, e che chiede "risorse per la giustizia, strumenti deflattivi e tempi certi", con decadenza automatica dell'azione penale in caso di superamento dei termini definiti.
Il provvedimento, che verrà inoltrato al ministro della Giustizia, ai parlamentari e all'Anm, è stato presentato oggi a Montecitorio dallo stesso generale Mori, da Giovanni Negri e Riccardo Chiavaroli, rispettivamente creatore e segretario della Convenzione della Marianna.
"Questa legge si propone di migliorare soprattutto i tempi della giustizia e le modalità pratiche di esecuzione delle attività giudiziarie - ha spiegato Mori - ho prestato il mio nome perché nella mia vicenda giudiziaria mi ritengo un fortunato: ho avuto tempi, modi, sostanze economiche per difendermi. Mi metto nei panni di chi invece, cittadino qualsiasi, non ha la cognizione, il tempo e il denaro per rispondere a delle accuse. Non è una legge contro nessuno e deve essere sviluppata di intesa con tutte le componenti della Giustizia". Secondo Mori, il difetto più grande del sistema giudiziario "sono i tempi lunghissimi: io avevo tempo per resistere, c'è chi non ha questo tempo, per motivi vari, fisici, economici, non ce l'ha. Non mi sembra giusto che ci sia una giustizia così lenta e farraginosa come quella in Italia oggi".
Il valore di principio assoluto della legge Mori, hanno detto i promotori, è "la decadenza automatica dell'azione penale in caso di superamento di termini temporali tassativamente definiti, da rapportarsi all'entità del reato". Servono risorse per la giustizia, il potenziamento degli strumenti deflattivi, la previsione di termini prescrizionali che abbiano come dies ad quem il deposito degli atti di indagine, ma soprattutto occorre rispettare i termini perentori proposti, pena la decadenza dell'azione: 10 giorni tra la notizia di reato e l'iscrizione nel registro degli indagati, 18 mesi o 2 anni per l'esercizio dell'azione penale, 2 o 3 anni per la sentenza di primo grado, 2 anni per l'appello, 1 anno per la Cassazione. "Il nostro interlocutore sarà l'Anm, a cui chiederemo già oggi pomeriggio un incontro", ha detto Negri. "Discuteremo questa legge con i parlamentari in carica e con i futuri candidati", ha aggiunto Chiavaroli.
Durante la conferenza è stato presentato il docufilm "Il Generale Mori. Un'Italia a testa alta" di Ambrogio Crespi, in cui il generale si racconta in una lunga intervista "face to face" con Negri. "Sul film sono molto perplesso - ha osservato Mori parlando con i cronisti - ancora devo vederlo bene, prima di dire che va bene". E a chi osservava come si mantenesse in forma nonostante le vicende giudiziarie, ha risposto ironico: "Io mi devo curare molto perché devo veder passare tutti i miei nemici, passare anche a miglior vita".(ANSA).
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