Villa Malaparte ideata a picco sul mare blu di Capri in dialogo con il rifugio sulle Dolomiti dei giovani Demogo. I Collegi universitari di Urbino di Giancarlo De Carlo e il progetto Sugar Hill di David Adjaye, ad Harlem. La Casa Baldi di Paolo Portoghesi a Roma e la casa 'spaziale' progettata da Zaha Hadid per il miliardario russo Vladislav Doronin in mezzo alla foresta vicino Mosca. E ancora il Bosco Verticale di Stefano Boeri a Milano e la Moryama House di Tokyo.
La casa del film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Francesco Berarducci a Roma e un edificio progettato a Johannesburg da Jo Noero. Come è cambiato il concetto di casa dal dopoguerra a oggi? È il racconto di At Home. Progetti per l'abitare contemporaneo, mostra che fino ad aprile 2020 mette in dialogo al Maxxi le opere di grandi maestri italiani del Novecento con quelle di giovani emergenti del panorama architettonico internazionale, attraverso le opere in collezione al Museo Nazionale delle arti del XXI secolo. "Non solo un'esposizione di pezzi (ben 431 ndr), ma il ragionare su un'idea", spiega Margherita Guccione, direttore del Maxxi Architettura.
"Nel 1931 - prosegue Pippo Ciorra, senior curator del museo - il piano regolatore di Marcello Piacentini a Roma definiva solo due categorie abitative: villini di tre piani e grandi palazzi d'affitto. I costruttori romani inventarono le palazzine. Ma ci volle la ristrutturazione di Berlino negli anni '80 per nobilitare quei progetti. Oggi le idee sono tantissime, dal cohousing ai grattacieli, fino agli sfollati". Tra Singolare e Collettivo, dalla monofamiliare al quartiere intensivo, la mostra esplora così la dimensione scalare e sociale dell'abitare, scoprendo che è nelle abitazioni unifamiliari che si raggiunge il maggior grado di sperimentazione, come nella Casa Baldi a Roma, opera prima di Portoghesi. Una riflessione sulle forme quanto sui materiali, che indaga anche l'esperienza dell'INA Casa nella ricostruzione del paese, fino all'ultima stazione dedicata al mega-laboratorio urbano e sociale di Corviale, "tra il piano originale di Mario Fiorentino - conclude la Guccione - e i 12 progetti di rigenerazione urbana in atto". A scandire i dodici mesi della mostra, anche un fitto calendario di incontri, lezioni, laboratori e visite guidate.