Glamour e coscienza ambientale, eleganza creativa e attenzione al verbo della sostenibilità: sono gli ingredienti di 'The Commonwealth Fashion Exchange', la mostra dedicata alla "moda etica" inaugurata nello sfarzo di Buckingham Palace fra le iniziative collaterali dell'edizione 2018 della London Fashion Week, sotto gli occhi di principesse della Royal Family e dell'aristocrazia delle passerelle. Un progetto che allinea una selezione di abiti accomunati dal rispetto dei principi ecosostenibili e d'una certa idea di moralità firmati da designer provenienti dai 53 Paesi del Commonwealth.
Il ricevimento, ospitato nella residenza ufficiale della regina a pochi giorni del debutto assoluto di Sua Maestà a una delle sfilate della Settimana della Moda, ha visto la presenza di Kate Middleton, duchessa di Cambridge e moglie del principe William, ormai prossima alla terza gravidanza, nonché di Sophie Rhys-Jones, contessa del Wessex e consorte del principe Edoardo.
Ma anche di stilisti, artigiani e personalità del mondo della moda o dell'entertainment come Edward Enniful, Livia Firth, Nadja Swarovski, Neelam Gill, Nigel Gosse, Ulric Jerome, Naomi Campbell, Stella McCartney, Adwoa Aboahe, Caroline Rush. E - last, but not least - Anna Wintour, riapparsa nell'algida veste di storica 'zarina' di Vogue dopo che l'incontro dell'altro giorno sotto la passerella con Elisabetta II in persona era sembrato trasformarla per qualche momento in un'impeccabile quanto sorridente dama di compagnia. Unico contribuito italiano all'evento, la presenza di Bonaveri - azienda di Renazzo di Cento (Ferrara), leader mondiale nei manichini d'alta gamma - che ha sostenuto il progetto con i propri manichini biodegradabili: protagonisti anch'essi di uno scenario animato da 30 creazioni improntate ai dettami dell'economia (e della moda) sostenibile. Creazioni firmate dai stilisti considerati fra i più talentuosi del Regno Unito e dei Paesi dell'ex impero britannico raccolti oggi nel Commonwealth, ed esposte al pubblico fino a martedì 6 marzo. I capi proposti, esemplari unici realizzati in rigorosa corrispondenza con il decalogo di rispetto dell'ambiente e di eccellenza stabiliti dal Green Carpet Challenge, sono griffati fra gli altri da Karen Walker per la Nuova Zelanda, Bibi Russell per il Bangladesh, Burberry e Stella McCartney per la Gran Bretagna. In un caleidoscopio di suggestioni che nasce anche per promuovere le relazioni tra stilisti e artigiani, incoraggiando lo scambio di idee, lo sviluppo di competenze e favorendo nuove opportunità su scala globale. Il tutto nell'ambito di un avvenimento mondano, ma non solo, immaginato come il primo di una serie di appuntamenti che nel 2018 riuniranno stilisti e campioni dell'artigianato del Commonwealth impegnatisi ad aderire ai Gcc Principles of Sustainable Excellence: severi criteri di una produzione sostenibile, etica, solidale e sociale stabiliti da Eco-Age per l'industria del fashion con l'ambizione e l'auspicio che durino più dello spazio d'una gran soirée.