L'acqua, la risorsa che origina e sostiene la vita in tutte le sue forme, non è un bene illimitato e questa consapevolezza deve guidare cittadini e aziende ad adottare nuovi modelli di comportamento e nuove abitudini di consumo che siano volte alla sua tutela e salvaguardia. Inoltre, secondo il World Resources Institute entro il 2040 lo stress idrico dell’Italia - cioè il rapporto tra l'uso dell'acqua e l'approvvigionamento idrico - rientrerà nella fascia critica "alta" (la quarta su 5). Il 22 marzo è la Giornata internazionale dell'Acqua ed è bene riflettere, specie in questo periodo costretti a casa, a come ridurre notevolmente anche lo spreco idrico domestico.
Come? Ad esempio: applicando dei riduttori flusso ai rubinetti; facendo la doccia invece del bagno; chiudendo il rubinetto mentre ci laviamo le mani - cosa da fare in questo periodo per bene e a lungo - i denti o ci radiamo; usando lavatrice e lavastoviglie a pieno carico. L’Italia – ha detto Andrea Segrè il fondatore della Campagna Spreco Zero - purtroppo resta indietro negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030, in termini di spreco idrico: siamo maglia nera quanto a spreco di acqua potabile perché registriamo il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28 Paesi dell’Unione europea, 156 metri cubi per abitante nel 2015 (ISTAT).
TUTTI I NUMERI DELLA MANCATA PERCEZIONE DEGLI ITALIANI
Per avere una chiara fotografia del sistema Italia, Finish ha realizzato con Ipsos una ricerca su un campione rappresentativo di 1.000 individui dalla quale emerge che la scarsa preoccupazione degli italiani per l'acqua nasce anche dall’errata percezione dei reali consumi di una famiglia. Infatti, si ritiene che in media una famiglia consumi poco più di 100 litri al giorno1 mentre in realtà il consumo per uso civile di acqua in Italia è di 220 litri pro capite al giorno. A questo dato si aggiunge che, nonostante una sempre più diffusa consapevolezza di nuove e migliori pratiche utili a ridurre il consumo di acqua, i comportamenti dei cittadini italiani nei confronti della sua scarsità continuano a non essere correttamente indirizzati. Tra le cause principali di questo fenomeno emerge il fatto che tra le tematiche ambientali la scarsità d’acqua viene legata alla stagionalità in specifiche zone del nostro paese e viene posta in secondo piano rispetto ad altri elementi come la gestione dei rifiuti, l’inquinamento della plastica nei mari e l’inquinamento dell’aria.
Inoltre, dalla ricerca emergono alcuni dati, estremamente chiari rispetto al comportamento degli italiani con il bene acqua:
- oggi, solo 2 italiani su 10 pensano che la scarsità d’acqua sia già un problema;
- nel 39% delle case italiane non è presente la lavastoviglie e dove c’è (61%) l'abitudine a lavare i piatti a mano è ancora molto diffusa;
- la maggior parte degli italiani sa che si consuma meno acqua quando la lavatrice viene utilizzata a pieno carico, ma solo il 50% degli utilizzatori adotta questa modalità di lavaggio;
- 8 italiani su 10 si occupano di giardini o di piante da innaffiare. Il 62% se ne occupa la sera quando in realtà il momento migliore è la mattina, così da evitare il ristagno dell’acqua.
Fra le misure che si possono adottare per contribuire alla salvaguardia della risorsa idrica c’è ad esempio l’uso della lavastoviglie, così come della lavatrice, a pieno carico. L’utilizzo di questo elettrodomestico consente, rispetto al lavaggio a mano delle stoviglie, di ridurre ogni volta il consumo d’acqua da 122L a soli 12L. Non solo l’impiego della lavastoviglie, ma anche i comportamenti che accompagnano il suo utilizzo possono fare la differenza. Oggi ancora il 56% degli italiani sciacqua i piatti prima di metterli in lavastoviglie, sprecando fino a 38 litri d’acqua ogni volta.