(di Alessandro Vai)
FRANCOFORTE - La grande infatuazione per le auto elettriche è passata. Assodato che, almeno allo stato attuale delle cose, non salveranno il mondo ma rappresenteranno una delle tante soluzioni alla mobilità personale, gli sforzi delle Case automobilistiche, dei componentisti e delle aziende di servizi informatici, sono concentrati sui due temi che terranno banco nel prossimo futuro: la connettività e la guida autonoma, che peraltro sono anche strettamente collegati tra loro.
C'è tutto un mondo nuovo da inventare, fatto di infrastrutture, di legislazione, di abitudini e di servizi personalizzati. E le automobili rappresentano solo una parte (la più evoluta, peraltro) di questa realtà inedita che è tutta da costruire. I componenti necessari alla 'rivoluzione', infatti, sono già presenti in forza nei modelli di alta gamma e anche quelli più economici ne possiedono alcuni. Bastano una scheda SIM integrata e un GPS, per rendere l'auto rintracciabile in caso di incidente e infatti dal 2018 saranno obbligatori su tutte le auto di nuova immatricolazione, che dovranno essere in grado di chiamare autonomamente il numero unico di emergenza europea 112. Ma, dal momento che un veicolo è in grado di inviare e ricevere un pacchetto di dati, nessun orizzonte è precluso, da quello fatto di offerte commerciali alle immancabili interazioni con i social network, che tuttavia pongono un enorme problema di sicurezza.
Distrarsi al volante, infatti, è sempre più facile e siccome bastano pochi secondi per percorrere poche centinaia di metri 'al buio', alle auto è richiesto di avvertire dell'approssimarsi di un pericolo e magari di agire di conseguenza, frenando anche da velocità consistenti. Questo significa avere sempre più sensori, radar, laser e telecamere a monitorare quello che succede nello spazio circostante, non solo davanti, ma anche dietro e ai lati. Del resto, mixando tutti i sistemi già disponibili su alcuni modelli top di gamma, è già possibile lasciare l'auto guidare da sola per una manciata di secondi.
Da qui alla guida autonoma vera e propria il passo è, tecnicamente, abbastanza breve se non fosse per il disturbo arrecato dal 'fattore umano'. Per un software, infatti, la cosa più difficile è riconoscere e interpretare i comportamenti 'casuali' prodotti dalle nostri menti e agire di conseguenza. Per questo motivo gli scenari, un tempo fantascientifici, della guida totalmente automatizzata, sono ancora abbastanza lontani. Vedere l'auto uscire dal parcheggio da sola e venirci incontro, invece, è solo questione di mesi.