ROMA - Buon compleanno Vespa, una 'ragazza' di 69 anni esatti - nasce il 23 aprile del 1946 - in perfetta forma e capace di sedurre moltitudini di appassionati, oggi come allora. Dopo oltre 18 milioni di esemplari prodotti, lo scooter più celebre nella storia della motorizzazione vive ancora uno dei momenti più felici della sua lunga esistenza, simbolo dello stile e dell'eleganza italiani e identificandosi con valori quali la libertà, la bellezza, il rispetto per il mondo che ci circonda. Oggi Vespa è, più che mai, un marchio globale, vera cittadina del mondo e prodotta in tre siti industriali. A Pontedera dove Vespa nasce ininterrottamente dal 1946 e la cui produzione è destinata all'Europa e i mercati occidentali, Americhe comprese.
A Vinh Phuc, in Vietnam, che serve il mercato locale e i paesi del Far East, e che il 21 aprile 2015 ha festeggiato i 500.000 scooter sin ora prodotti. E infine in India, nel moderno impianto di Baramati aperto ad aprile 2012, nel quale nascono le Vespa per il mercato indiano.
Piaggio & C SpA aveva depositato presso l'Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, modelli e marche del Ministero dell'Industria e del commercio di Firenze nell'ormai lontano 23 aprile 1946 il brevetto per una ''motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica''. La 'due ruote' che ancora nessuno chiamava ancpra Vespa nasce della determinazione di Enrico Piaggio che aveva in animo di proporre un prodotto a basso costo e di largo consumo per risolvere il problema della mobilità individuale. All'approssimarsi della fine della Seconda Guerra Mondiale, Piaggio aveva iniziato a studiare ogni soluzione per rimettere in moto la produzione nei suoi stabilimenti. A cominciare da quello di Biella, dove venne realizzato un motorscooter sul modello delle piccole motociclette per paracadutisti. Il prototipo venne battezzato Paperino per la sua strana forma, ma non piacque all'industriale ligure che incaricò il progettista aeronautico Corradino D'Ascanio di rivedere il progetto.
D'Ascanio non amava però le motociclette, scomode, ingombranti, con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura e oltretutto - per via della catena di trasmissione - destinate a sporcare sempre pilota e passeggero. L'ingegnere trovò tuttavia tutte le soluzioni del caso attingendo proprio alla sua esperienza aeronautica. Per eliminare la catena immaginò un mezzo con scocca portante, a presa diretta; per rendere la guida più agevole pensò di posizionare il cambio sul manubrio; per facilitare la sostituzione delle ruote sostituì a forclella con un supporto laterale simile ai carrelli degli aerei. E infine ideò una carrozzeria 'carenata' capace di proteggere il pilota, che riusciva così a non sporcarsi o scomporsi nell'abbigliamento.
Enrico Piaggio non esitò a dare il via alla produzione in serie di duemila esemplari della prima Vespa con motore di 98 cc. Il debutto in società del nuovo veicolo si tenne al Circolo del Golf di Roma, alla presenza del generale americano Stone in rappresentanza del Governo militare alleato. L'avvenimento venne ripreso dal cinegiornale statunitense Movieton: gli italiani avrebbero visto per la prima volta la Vespa nelle pagine interne della rivista Motor (24 marzo '46) e nella copertina in bianco e nero de La Moto del 15 aprile 1946, toccandola con mano alla Fiera Campionaria di Milano dello stesso anno.
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