Senza arrivare al sofisticato software elaborato dalla Volkswagen per 'colpa' del quale negli Usa verranno richiamati 500mila veicoli, ci sono metodi più 'artigianali' per 'barare' sulle emissioni, facendo in modo che nei test le auto consumino meno che nelle situazioni reali. A ricorrere ad almeno 20 trucchi, afferma un rapporto del 2013 dell'Ong belga Transport and Environment, sono tutti i costruttori, che approfittano di regole obsolete imposte per i test. Il documento raccoglie ricerche condotte in diversi Paesi e nelle quali vengono confrontati emissioni e consumi reali delle auto con quelli dichiarati.
Tra i 20 modi 'creativi ma legali' per dare un'aggiustatina alle performance, ad esempio, c'è la pratica di sigillare perfettamente le auto per minimizzare la resistenza all'aria. Anche una maggiore attenzione alla lubrificazione, fino ad arrivare all'uso di lubrificanti speciali, permette di aumentare l'efficienza della combustione, dichiarando così consumi ed emissioni più basse. Un altro trucco consiste nell'interrompere il processo di ricarica della batteria disconnettendo l'alternatore, o fare i test a temperature molto alte, ad altitudine elevata, dove l'atmosfera rarefatta offre meno resistenza, o su piste molto dure, tutti fattori che possono incidere sensibilmente sulle prestazioni. "In media - scrivono gli autori - il consumo dichiarato è inferiore di almeno il 25% a quello reale, ma in alcuni casi si arriva al 50%. Questo può aggiungere fino a 2.000 euro di carburante alla spesa nel ciclo di vita dell'auto".
Il fenomeno, segnala il rapporto, è in crescita: mentre per le vecchie auto la 'forbice' era del 19%, in quelle più moderne si è arrivati al 37% e la differenza continua a crescere dell'1% l'anno. Sarà molto difficile, scrive l'Ong, che i test cambino in un futuro immediato. "L'introduzione delle norme Euro 6 nel 2007 - spiegano gli esperti - doveva essere accompagnata da un nuovo test delle emissioni che misurasse l'inquinamento prodotto su strada. Ma le discussioni su come questo test dovrebbe essere effettuato ne hanno ritardato l'introduzione, che doveva avvenire nel 2015". Anche l'International Council on Clean Transportation, il laboratorio di ricerca indipendente che per primo ha segnalato il software della Volkswagen, ha trovato in passato discrepanze tra le emissioni dichiarate e quelle reali, in media del 25%.