ROMA - Quasi a voler smentire le affermazioni della cancelliera tedesca Merkel che aveva parlato della 'necessità di difendersi da un attacco all'intera industria automotive della Germania', dagli Stati Uniti arriva un importante chiarimento sul ruolo della Bosch, il colosso delle forniture di tecnologia, e delle altre Case automobilistiche tedesche all'interno del 'dieselgate'. Un rapporto di Reuters, pubblicato dall'autorevole Automobile News di Detroit, precisa che il software per motori diesel fornito da Bosch 'non è stato mai programmato per truffare'. Al riguardo un portavoce dell'Environmental Protection Agency, - l'ente governativo che ha contestato alla Volkswagen le violazioni - ha confermato che ''non è vero che il software standard per uso automobilistico rileva quando il veicolo si trova su un dinamometro''. Già la scorsa settimana il giornale tedesco Bild am Sonntag aveva ricordato che Bosch, nel lontano 2007, aveva avvertito la Volkswagen che sarebbe stato illegale usare uno speciale software di gestione del motore 'aperto' (consegnato per soli scopi di test) come software di base per le vetture in commercio. Bosch fornisce ai costruttori, oltre ad altri elementi del sistema d'iniezione e di controllo dei bag di scarico, anche il modulo di controllo dei motori turbodiesel - denominato EDC17 - pure a numerose altre Case oltre che a Volkswagen. Daimler al riguardo ha comunicato due giorni fa che i suoi modelli a gasolio ''non sono dotati di software che può rilevare se il veicolo si trova su un banco di prova'' ed il giorno seguente è arrivato l'annuncio di Bmw che ha affermato che tutti i sistemi di gestione delle emissioni sono attivi in egual modo sia su strada che sui rulli dei laboratori di prova.