ROMA - Mazda ha svelato la sua arma segreta per affrontare la rivoluzione della mobilità nei prossimi decenni, in quello scenario che non potrà in nessun caso decretare la morte dei motori termici, e che potrebbe anche diventare un elemento forte nell'ampliamento della JV appena annunciata con Toyota. Mazda dovrebbe infatti far debuttare dal 2018 in poi automobili equipaggiate con i 'motori ad accensione compressa' Skyactiv-X che - per essere più chiari - sfruttano un principio mutuato dal ciclo diesel, quello dell'accensione della miscela aria-combustibile per compressione e non per effetto della scintilla di una candela. La differenza sta però nel fatto che per l'alimentazione si utilizza la benzina e non il gasolio. Quello che la Casa nipponica chiama più correttamente motore HCCI (Homogeneous charge compression ignition) resta dunque un propulsore 'termico' a combustione interna, ma in non esiste la candela e in cui l'autoaccensione della miscela - appositamente 'lavorata' per essere molto fine ed omogenea - si ottiene per compressione a temperatura più bassa rispetto ai benzina e ai diesel tradizionali con grandi vantaggi per emissioni, soprattutto di NOX, e consumi. In prospettiva il sistema HCCI potrebbe costituire uno degli elementi 'forti' nell'ambito della nuova alleanza Toyota-Mazda, perché l'inserimento dello Skyactiv-X nel sistemi ibridi potrebbe permettere di affinare ulteriormente le performance energetiche di questi propulsori, compresi quelli utilizzati da Toyota che attualmente ricorre a unità benzina con ciclo Aktinson - caratterizzato da un manovellismo che riduce il volume d'aria aspirata e quindi quello del combustibile impiegato nella miscela - ma che non è efficiente come lo dovrebbe essere l'HCCI.
Nell'annunciare questa nuova generazione di propulsori 'freddi' Mazda ha quantificato il vantaggio strategico offerto dal sistema HCCI in una efficienza energetica superiore del 20-30% rispetto ai suoi attuali motori benzina a iniezione diretta. L'industrializzazione di questa soluzione - che era già nota in ambiente accademico alla fine degli Anni '80 ed è stata sperimentata anche da altri costruttori tra cui GM - è stata possibile grazie agli attuali sofisticati sistemi di gestione elettronica del motormanagement e a dispositivi high tech che modificano sostanzialmente il bilancio termico del propulsore (l'aria nel condotto di aspirazione deve essere almeno a 370 gradi). E' presente anche un compressore per fornire l'adeguata sovrappressione dell'aria nei condotti e - potrebbe anche essere adottato un sistema 'misto' che fa funzionare il motore con lo schema HCCI in determinate condizioni di carico e in altre con quello tradizionale Otto con accensione a candela.
Come riporta Nikkei, Mazda potrebbe introdurre il motore Skyactiv-X nella prossima generazione della Mazda3 (venduta in Giappone come Axela) alla fine del 2018 o all'inizio del 2019 limitatamente al mercato interno, per poi espandersi globalmente nei due anni successivi, consentendo a questo modello di raggiungere percorrenze dell'ordine dei 30 km per litro di benzina.