L'Alpine naviga in cattive acque nel mondiale di Formula 1 e così l'ad della Renault, Luca Di Meo, ha deciso di aiutarla provando a riaccendere il tocco magico di Flavio Briatore, che lo ha nominato suo consigliere esecutivo.
Il manager e imprenditore, 74 anni (che già oggi era a Montmelo') è stato una figura influente nel circus per diversi anni prima di dedicarsi ad altre attività, ma rimanendo sempre in contatto con un mondo che ama. Anche per questo, a Parigi e ad Enstone, sede inglese del team, sono convinti che potrà dare una grossa mano. Il suo apporto, si spiega nel comunicato che ha reso ufficiale un accordo di cui si parlava da circa un mese, "si concentrerà su questioni top level del team tra cui: ricerca dei migliori talenti ed analisi approfondita del mercato dei piloti, proponendo un'eventuale evoluzione dell'attuale progetto, valutandone la struttura ed offrendo consulenza su questioni strategiche inerenti lo sport".
La questione dello scouting potrebbe rivelarsi vitale, dato che Esteban Ocon lascerà la squadra a fine stagione e che il contratto di Pierre Gasly è in scadenza a fine stagione. Ma ci saranno da prendere decisioni importanti anche per quanto riguarda l'intera squadra, poiché in vista delle grosse novità tecniche e normative in vigore dal 2026 bisognerà riflettere su una scelta cruciale: sviluppare un nuovo propulsore a marchio Renault, impegno che anche dal punto di vista economico sarà pesante, oppure trovare un fornitore esterno, che potrebbe essere la Mercedes, cambiando un po' la filosofia del team. Per andare a fondo della questione, Di Meo si aspetta proprio da Briatore, nominato 'executive advisor', tutti gli input per prendere la decisione giusta ed evitare una possibile catastrofe economica e d'immagine.
Il momento negativo del team in questo mondiale, solo cinque punti guadagnati in classifica in nove gare disputate e un clima non sereno tra i due piloti non sarà risolto con la bacchetta magica da Briatore, ma la sua presenza potrà dare intanto una scossa mentre si pianifica il futuro. L'italiano avrà un peso anche politico, dato che negli ultimi anni ha sempre avuto idee chiare su come, a suo avviso, il mondo della Formula 1 potrebbe evolversi. Da due anni, poi, coinvolto dall'ad di Formula One Group, Stefano Domenicali, Briatore cura iniziative come 'ambasciatore' all'interno del paddock club nei weekend di gara.
Entrato nel mondo della Formula 1 a fine Anni 80 per lavorare alla scuderia Benetton, dopo essere diventato team principal prese con sè un giovanissimo Michael Schumacher, guidandolo ai primi due dei suoi sette titoli mondiali, nel 1994 e nel 1995.
In seguito all'acquisto del team da parte della Renault, la sua reputazione di talent scout diede ancora i suoi frutti con Fernando Alonso, che vinse il titolo nel 2005 e 2006. Nel 2009, però, il manager fu licenziato dalla scuderia dopo lo scandalo 'crashgate' scoppiato a fine estate in relazione a quanto accaduto al Gp di Singapore 2008, quando secondo l'accusa aveva chiesto a Nelson Piquet Jr di provocare un incidente per aiutare Alonso, ignaro dell'inganno, a vincere il gara. Dopo il licenziamento, venne squalificato a vita dalla Fia, sanzione poi annullata in seguito di un accordo extragiudiziale.
Ora il ritorno, salutato anche dalla ministra del turismo Daniela Santanchè: "La Formula uno cambia ma le capacità di Briatore sono sempre da pole position".
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