(di Alessandro Vai)
ROMA – L’affollato e combattuto segmento delle piccole crossover ha appena visto l’ingresso di una nuova concorrente, che va ad assumere un ruolo da ‘outsider’ con alcune buone carte da giocare. È la Ssangyong Tivoli, l’ultimo prodotto della meno nota tra le case coreane che debutta sul mercato italiano con un 1.6 benzina aspirato – a cui seguiranno la versione bi-fuel GPL a luglio e il diesel a settembre – già disponibile in concessionaria con prezzi a partire da 15.950 euro. Come le sue connazionali più illustri, anche la Tivoli offre cinque anni o 100.000 chilometri di garanzia, fornita direttamente da Ssangyong Italia che è parte del Gruppo Koelliker. Il nome con cui è stata battezzata è esattamente quello della cittadina laziale, che vanta due dei cinquanta siti italiani riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.
Proprio nella città tiburtina, nella suggestiva cornice di Villa D’Este, si è svolta la presentazione alla stampa internazionale. La crossover coreana ha fatto il suo debutto sul mercato interno nello scorso mese di gennaio, con vendite stabilizzatesi sulle 2.600 unità al mese, mentre in Europa ha debuttato all’ultimo Salone di Ginevra. I numeri previsti per l’Italia sono ovviamente inferiori, 300 pezzi al mese una volta che tutta la gamma sarà a regime. Per raggiungerli la Tivoli non vuole attrarre il pubblico con prezzi da low cost, bensì cerca di offrire un adeguato ‘value for money’, rivolgendosi a tutte quelle persone che “non subiscono il fascino dei marchi più blasonati – ha spiegato Luca Ronconi, ad di Ssangyong Italia – ma compiono scelte originali”. L’originalità di quest’auto va ricercata nello stile o, al massimo, nella passaporto orientale del marchio che la costruisce, visto che la scheda tecnica è quanto di più conforme al segmento B-SUV. Il motore 1.6 benzina ha 128 CV ma sarà sicuramente il 1.6 turbodiesel da 115 CV il più gettonato sul nostro mercato. Ha 300 Nm di coppia costanti da 1.500 a 2.500 giri con un consumo medio omologato di 4,7 L/100 km a cui corrispondono emissioni di 123 g/km di CO2. È abbinato a un cambio manuale a 6 marce oppure a una trasmissione automatica a 6 rapporti e in futuro sarà disponibile anche una versione a trazione integrale con differenziale centrale a gestione automatica. Le sospensioni anteriori sono McPherson e le posteriori a ponte torcente, che diventano multi-link nel caso delle quattro ruote motrici. Anche le misure del veicolo sono quelle classiche della categoria, con 4,2 metri di lunghezza, 1,8 di larghezza e 1,6 di altezza, con il passo da 2,6 metri che configura una buona disponibilità di spazio interno, soprattutto ai posti posteriori, mentre il bagaglio risulta leggermente sacrificato con soli 213 litri di volume utile. Gli allestimenti, infine, sono tre e ci sono diversi pacchetti che permettono di personalizzare la Tivoli; ad ogni modo la versione base è già abbastanza completa.
Su strada, nonostante il sistema Smart Steer che modifica la durezza dello sterzo, il feeling non è mai troppo preciso. Il discorso può essere esteso anche agli altri comandi, con il pedale della frizione duro e dall’attacco un po’ vago e il cambio soggetto a qualche impuntamento. Il motore 1.6 benzina, poi, mostra una certa pigrizia nel salire di giri. Ma questi piccoli difetti di gioventù non compromettono il giudizio complessivo dell’auto, che tutto sommato, si mostra come un progetto sano che può fare un buon salto di qualità con pochi interventi di cesello.