Incontro alla gravidanza con un sorriso e la voglia di avere un bambino. Come una qualsiasi coppia. E' così che Chiara Masin, 29 anni, e suo marito hanno deciso di affrontare il periodo della gestazione che stanno attualmente vivendo e la nascita, a maggio, del piccolo Gabriele che è già amatissimo. Non è stato facile, però, arrivare alla decisione di provare ad avere un figlio, sebbene il desiderio ci fosse: a Chiara è stata infatti diagnosticata a fine del 2014 la spondilite anchilosante, una malattia reumatica che colpisce secondo le stime 600mila italiani, e ha voluto aspettare di stare bene per iniziare il percorso che l'ha portata alla gravidanza in appena pochi mesi, di concerto con i medici da cui è in cura. Non riusciva a camminare più, aveva dolori molto forti, il marito doveva darle una mano a vestirsi al mattino, insegnava aquagym e ha perso il lavoro. Con un farmaco biologico tra i più utilizzati il suo corpo per fortuna ha reagito bene e ha ricominciato a lavorare e fare sport. Dall'inizio della gravidanza, perché da subito c'erano i presupposti, ha sospeso anche il farmaco, sempre sotto strettissimo controllo medico.
"Prima di rimanere incinta ho fatto un percorso terapeutico per rendere il corpo abbastanza forte per sostenere 9 mesi di gestazione- spiega Chiara- sono al sesto mese e posso dire che la gravidanza al momento mi ha portato vantaggi". Chiara è sotto stretto controllo medico, fa le visite per la sua malattia ogni sei mesi in ospedale e nello specifico, per quanto riguarda la gravidanza, proprio per la patologia da cui è colpita ci sono un po' di esami in più da fare e qualche cosa a cui stare attenti: ecografie più frequenti, per timore che il bimbo possa sviluppare problemi al cuore, test di carico del glucosio perché la possibilità di sviluppare il diabete è maggiore. Non potrà donare il cordone. Però la gravidanza sta andando bene. "Mio marito - prosegue - è stato sempre molto rispettoso dei miei tempi. Ci siamo sposati due anni fa ma stiamo insieme da 13 anni, ha vissuto tutto della malattia.
Nell'alzarti, nei momenti di sconforto, e' importante avere una persona al tuo fianco. Lui non ha mai avuto paura. E' una persona veramente positiva. Mi ha semplicemente detto: se te la senti di avere un bambino, se ti senti abbastanza bene, allora facciamolo" . "Bisogna fare le cose con il sale in zucca- rileva però Chiara- io sono stata sostenuta oltre che dai miei cari dai miei dottori, con cui ho parlato e a cui mi sono appoggiata. Sono ad esempio seguita anche da una nutrizionista. Se proprio dovessi pensare a una cosa che tra tante mi provoca più timore rispetto alla gravidanza sono i possibili effetti del farmaco, cosa di cui ho chiesto agli specialisti. Quando hai in pancia un bambino quello che assumi tu lo assume anche lui e il timore che hai è che accada qualcosa più a lui che a te. Adesso il punto di domanda sarà come comportarmi durante l'allattamento, è una cosa alla quale dovrò pensare". La storia della spondilosi di Chiara è iniziata con sintomi come male alle articolazioni, in particolare alla gamba destra, fino a che i dolori non si sono irradiati a tutto il corpo. La situazione è poi peggiorata, tanto da portarla a non riuscire più a camminare. Chiara, che studiava e insegnava aquagym, pensava inizialmente si trattasse di una contrattura. Ci sono voluti un paio d'anni per arrivare alla diagnosi di spondilite, due mesi appena da quando è approdata da un reumatologo. La futura mamma, in cura presso la Reumatologia dell'ospedale di Padova, oggi si dedica con il suo impegno in Anmar, Associazione nazionale malati reumatici (in particolare, come consigliera di Amarv, Associazione Malati Reumatici del Veneto) proprio a far conoscere le malattie reumatiche organizzando come artista alcuni eventi. "Il volontariato è importante- conclude- è una cosa bella anche se naturalmente richiede impegno. Dai tanto ma ti restituisce tanto".