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Alzheimer, da canzoni a foto, il Natale con chi non puo' ricordare

Piccoli consigli per coinvolgere i malati durante le feste

Redazione ANSA ROMA

 "Con l'aiuto di alcuni accorgimenti, tra cui canzoni e attività come guardare vecchie foto o fare insieme l'albero, è possibile coinvolgere al meglio la persona con Alzheimer negli incontri familiari tipici del periodo natalizio". A spiegarlo è Nicola Ferrara, professore ordinario di Geriatria della Università di Napoli Federico II e presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg).
    Per chi ha in famiglia una persona con Alzheimer, il Natale può mettere di fronte alla scelta sul se e come coinvolgerlo nei momenti conviviali. "Gli anziani, anche se malati di Alzheimer, non andrebbero mai dimenticati, meno che mai a Natale, occasione che può aiutarli a uscire dall'isolamento a cui spesso li obbliga la malattia", spiega l'esperto all'ANSA. Anche se perde la memoria, infatti, la persona con Alzheimer "mantiene la percezioni di emozioni e in genere risponde positivamente all'atmosfera allegra delle feste". Quindi, a meno che non sia totalmente non autosufficiente, precisa Ferrara "sarebbe bene invitarlo alla vigilia o al pranzo di Natale, sempre tenendo presente che non va forzato. Dati scientifici mostrano che maggiore è il coinvolgimento, migliore la salute fisica e psichica". Se gli anziani sono gravemente disabili, "meglio festeggiare a casa loro". Quanto alle situazioni che possono farli sentire più coinvolti, ad esempio, "il ricordo di vecchie canzoni può richiamare alla memoria cose che conoscevano bene quando erano giovani". Ma anche attività manuali possono aiutare ad entrare in relazione, aggiunge l'esperto, "come guardare vecchie foto o sistemare l'albero e il presepe, in particolare in compagnia dei bambini, ai quali non va nascosto il disagio ma va gestito".
    Quanto al modo di relazionarsi, evitare quiz che possono mettere a disagio, come 'ti ricordi chi sono io'?. "Meglio presentarsi in modo chiaro e ripetere spesso il proprio nome". Infine, conclude Ferrara, "sarebbe bene avvertire i commensali che ci sarà a tavola una persona a cui bisogna parlare più lentamente e ripetere più volte le cose, senza trasmettere ansie". 
   

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