"Oggi non abbiamo test sul sangue validati che permettono già nella popolazione generale la diagnosi precoce di tumore". Lo afferma il presidente della Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Carmine Pinto, precisando che tali test sono ora "utilizzati nella pratica quotidiana solo per pazienti con diagnosi già accertata di cancro del polmone per la scelta di una terapia a target molecolare".
"Le notizie diffuse dai media ed in particolare da quelli pubblici, per il loro peso - rileva Pinto in una nota - hanno un ruolo importante nella corretta informazione dei cittadini, sulla base di chiare evidenze scientifiche. È fuorviante, soprattutto se lo strumento utilizzato è il servizio pubblico - prosegue - far credere ai cittadini che basti un semplice test del sangue per individuare in anticipo la malattia e sconfiggerla prima che si manifesti". Con queste parole, Pinto esprime "preoccupazione per i contenuti della puntata di 'Porta a Porta' di ieri in cui è intervenuta l'oncologa Patrizia Paterlini-Bréchot, dell'Università Paris-Descartes, che avrebbe realizzato un test per la diagnosi precoce del cancro". Infatti, rileva, "mancano dati che validino con studi clinici controllati l'impiego di questo tipo di esame nella pratica clinica. Le conclusioni della professoressa sono infatti basate su di un unico studio pubblicato nel 2014 da un gruppo francese".
L'individuazione di marcatori precoci di rischio è un "tema rilevante della ricerca oncologica. Si parte cioè dal principio - afferma - che la probabilità di sviluppare la malattia sia già scritta nel nostro DNA molti anni prima della diagnosi. Ma, a oggi, si tratta di un promettente settore di ricerca non ancora supportato da evidenze per l'utilizzo in sanità pubblica". Meno del 2% della popolazione è portatore di mutazioni ereditarie a rischio di sviluppare il cancro: "Proprio in questi casi - conclude - vi sono test genetici offerti gratuitamente, in strutture specializzate, a chi ha già avuto fra i parenti più stretti un certo numero di casi di cancro (e solo per i tumori di seno, ovaio e colon) che indicano la presenza di ereditarietà genetica".