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Denti bianchissimi, un business in Italia da un miliardo l'anno

30 milioni per i trattamenti professionali, ma sono vietati sotto i 18 anni

Redazione ANSA ROMA

(di Maria Emilia Bonaccorso) 

Boom di richieste con picchi a maggio e giugno per le procedure di sbiancamento dei denti, oggi pari a un terzo di tutti i trattamenti odontoiatrici estetici richiesti ai dentisti. Sono circa 120.000 gli italiani che chiedono un sorriso da star per un mercato in crescita del 15% ogni anno che muove 30 milioni di euro a cui si aggiunge il miliardo di euro speso per dentifrici, gel, strisce, collutori e altri schiarenti 'fai da te' usati da un italiano su due. Prodotti sicuri ma attenzione al pH: la normativa ISO 28399/2011 stabilisce che gli sbiancanti non devono avere un pH minore di 4 ma i più recenti studi mostrano che sbiancanti con pH inferiore a 5,5, cioè con pH acido, possono intaccare la parte dura del dente che si degrada e porta via lo smalto. Vietato inoltre intervenire sugli under 18, a meno che non ci siano particolari condizioni cliniche. Lo rivelano gli esperti dell'Accademia Italiana di Odontoiatria, Conservativa e Restaurativa (AIC), in occasione del congresso Internazionale CONSEURO, concluso di recente a Bologna. Del resto oltre il 50% è insoddisfatto del colore dei propri denti, stando a dati pubblicati di recente sull'Italian Dental Journal.

Ormai un terzo di tutti gli interventi odontoiatrici estetici è realizzato dal professionista per eliminare macchie o sbiancare i denti. Infatti dai dati discussi per la prima volta al congresso, relativi a sperimentazioni condotte su denti estratti sottoposti a sbiancamento con gel a pH variabili da 4 a 5,5, è stato possibile evidenziare danni a carico dello smalto. Invece negli sbiancanti disponibili spesso il pH varia da 4 a 11, perché la direttiva ISO 28399/2011 consente una soglia minima superiore a 4. Attenzione anche alla voglia di candore quando non si è ancora maggiorenni: la legge vieta di intervenire sui minori di 18 anni, fatta eccezione per particolari situazioni cliniche. (direttiva EU 84/2011). A fare ingiallire il sorriso e' il fumo e i cibi. Fra questi soprattutto, caffè e tè (quello verde meno), vino rosso, bevande gassate, succhi di frutta scuri, frutti di bosco (mirtilli e more mentre le fragole no), aceto balsamico e pomodoro. Anche alcuni antibiotici, come le tetracicline, se usate in gravidanza e nei primi anni di vita, possono macchiare i denti, spiega Stefano Patroni, presidente AIC.

A fronte di ciò c'è poca consapevolezza su che cosa siano realmente le procedure di sbiancamento, su come affrontarle e come si differenzino dai trattamenti schiarenti 'fai da te'. "Il gusto del paziente determina la percezione del bianco e oggi anche in Europa la tendenza è verso denti anche oltre il colore medio naturale come accade già da tempo oltreoceano dove i sorrisi sono spesso di un candore abbagliante - sottolinea Federico Ferraris vice-presidente AIC - L'effetto dello sbiancamento è duraturo anche se non permanente. Secondo le abitudini alimentari e di igiene dentale si consiglia un richiamo ogni 2-3 anni per mantenere il punto di bianco raggiunto''.

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