I defibrillatori automatici esterni, obbligatori dal primo luglio in tutti i luoghi dove si fa sport, salvano vite almeno 14 volte su 15: in uno studio presentato al convegno europeo di cardiologia a Barcellona emerge che su 15 persone colpite da arresto cardiaco mentre facevano sport amatoriale a Piacenza, ben 14 sono state salvate. Lo studio di 18 anni ha trovato che la sopravvivenza dall'arresto cardiaco ha raggiunto il 93% nei centri dotati di questo strumento contro il 9% dei centri che non ne erano forniti. "La morte cardiaca improvvisa è una causa principale di morte in Europa, che colpisce ogni anno più di 300.000 persone", ha dichiarato il primo autore dello studio Diego Penela, cardiologo dell'ospedale Guglielmo da Saliceto, Piacenza, Italia. "La possibilità di sopravvivenza diminuisce con ogni minuto in cui la defibrillazione non viene eseguita". I defibrillatori possono essere utilizzati da personale medico di emergenza ma anche da persone non addestrate. Piu' e' vicino lo strumento al luogo dove si trova la persona colpita da attacco cardiaco piu' aumenta la probabilità di sopravvivenza.
Gli arresti cardiaci si verificano più spesso nei centri sportivi ricreativi. Il Progetto Vita (Project Life) ha valutato l'impatto dell'acquisto di AED da parte di centri sportivi amatoriali sulla sopravvivenza da arresto cardiaco improvviso. Lo studio ha incluso 252 centri sportivi nella provincia di Piacenza. Un totale di 207 (82%) centri sportivi amatoriali ha acquisito un defibrillatore durante il periodo di studio mentre 45 (18%) non lo hanno fatto. Durante i 18 anni, 26 arresti cardiaci improvvisi si sono verificati in centri sportivi dilettanti, di cui 15 (58%) in centri già dotati dello strumento salva vita. "I nostri risultati mostrano chiaramente che la presenza di un defibrillatore consente di risparmiare vite: da 15 pazienti che hanno subito un arresto cardiaco nei centri con un AED, 14 sono sopravvissuti e non hanno avuto danni neurologici (93%), I Sopravvissuto senza danni neurologici su 11 arresti cardiaci nei centri senza defibrillatore sono stati invece il 9%", conclude Penela.