ROMA - Il grasso in eccesso è uno dei più diffusi problemi di salute e in Italia riguarda oltre 16 milioni di persone in sovrappeso e 6 milioni di obesi. A fronte di questi numeri, i pazienti che fanno ricorso al bisturi sono circa 15 mila l'anno, e tutti concentrati nelle regioni del Nord. Numeri molto più bassi rispetto al resto d'Europa. A fare il punto oggi, a Roma, la quarta edizione del "Live Surgery Workshop in Chirurgia Bariatrica e Laparoscopica", promosso dalla "Obesity Unit" del Policlinico Tor Vergata. In Europa il sovrappeso è ritenuto responsabile di circa l'80% dei casi di diabete di tipo 2, del 55% dei casi di ipertensione arteriosa e del 35% dei casi di cardiopatie ischemiche. Il che si traduce ogni anno in almeno un milione di morti e 12 milioni di persone gravemente ammalate. A cambiare la storia della malattia è stato l'utilizzo delle tecniche chirurgiche laparoscopiche e mini-invasive, che hanno reso possibile una vera e propria rivoluzione bariatrica, diventata negli anni sempre più sicura.
Ma il ricorso al bisturi nella lotta all'obesità resta però ancora limitato a circa 15mila pazienti ogni anno, circa lo stesso numero di interventi annui che si fanno nella assai meno popolosa Olanda. E molto lontani dalle 60 mila operazioni all'anno raggiunte dalla Francia o dalle 300 mila degli Stati Uniti. Inoltre si registra una "impressionante divisione geografica, che vede una schiacciante primazia degli interventi nelle Regioni del Nord, un incremento considerevole al Centro, uno scarso ricorso alla cura chirurgica nel Meridione", spiega Paolo Gentileschi, Responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica del Policlinico di Tor Vergata (Roma).