Con 13 voti favorevoli e 11 contrari, il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) apre alla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito in Italia, distinto dall'eutanasia, anche se le posizioni al suo interno evidenziano una spaccatura. La questione è al centro del parere pubblicato oggi dal Comitato e che, come sottolinea il presidente Cnb Lorenzo D'Avack, "intende fare chiarezza".
Il parere infatti, si legge nel documento, intende "fornire elementi di riflessione a servizio delle scelte di una società che intenda affrontare una questione, come quella dell'aiuto al suicidio, che presenta una serie di problemi e di interrogativi a cui non è semplice dare una risposta univoca". Di qui l'esigenza di fare chiarezza, distinguendo il suicidio assistito dall'eutanasia e fornendo alcune raccomandazioni condivise. Ma il problema, si rileva, è che "nell'ordinamento italiano è assente una disciplina specifica delle due pratiche", ossia eutanasia e suicidio assistito, trattati entrambi come "aspetti delle figure generali dei delitti contro la vita".
Il parare, sottolinea D'Avack, "vorrei che fosse un utile strumento, molto documentato, che possa aiutare il legislatore a prendere decisioni. Abbiamo voluto fare chiarezza ed esporre tutti gli argomenti, pro e contro". Giusto invece aprire alla legalizzazione secondo il farmacologo e componente del Cnb Silvio Garattini, che auspica, pur "non nutrendo molta fiducia in merito", che il Parlamento si occupi della questione "prendendo la giusta decisione". E proprio il Parlamento sarebbe infatti chiamato a pronunciarsi sul suicidio assistito entro la scadenza del 24 settembre, indicata di fatto dalla Corte Costituzionale con l'ordinanza 207/2018 in riferimento al caso di aiuto al suicidio per Fabiano Antoniani Dj Fabo da parte di Marco Cappato dell'Associazione Coscioni. Una scadenza di fondamentale importanza, come chiarisce l'avvocato e segretario dell'associazione, Filomena Gallo: "Il 24 settembre è la data fissata per la nuova udienza della Consulta sul caso Cappato. In assenza, per quella data, di una legge del Parlamento in materia di suicidio assistito e fine vita, la Corte potrebbe dunque decidere di intervenire in linea con l'ordinanza già emanata ed in cui è già evidenziata l'incostituzionalità dell'articolo 580 del Codice penale nella parte in cui prevede e classifica come 'reato' anche il solo aiuto al suicidio". Insomma, commenta, "tra due mesi ci troveremo nella situazione in cui saranno di nuovo i giudici a decidere sui temi che riguardano la vita delle persone".
Eutanasia e suicidio assistito, ecco cosa sono
Eutanasia, rifiuto dei trattamenti, suicidio assistito, aspetti presi in considerazione dal dibattito politico ed etico e che sono rientrati anche nelle considerazioni del Comitato nazionale di Bioetica. Ecco cosa sono:
* EUTANASIA (anche detta eutanasia attiva) - E' l'infusione di un farmaco che interrompe, in maniera rapida e indolore, la vita del malato che lo richiede. A compiere il gesto di somministrare la sostanza letale e' una persona terza, un sanitario che la infonde endovena a chi ritiene di patire sofferenze eccessive a livello fisico o esistenziale. Questa e' l'unica forma di eutanasia che esiste in senso proprio, e per la quale si sta discutendo una legge di iniziativa popolare in Parlamento, sollecitata dalla Corte Costituzionale.
* INTERRUZIONE DEI TRATTAMENTI - E' un termine a volte indicato in modo improprio come eutanasia passiva, ma non ha nulla a che vedere con l'eutanasia. Si riferisce invece al diritto, costituzionalmente previsto, del rifiuto di trattamenti che possono essere anche salvavita: questo principio e' alla base della legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). Ad esempio, il distacco del ventilatore meccanico per Piergiorgio Welby e Walter Piludu, o della nutrizione e idratazione nel caso di Eluana Englaro (la cui volonta' e' stata ricostruita quando lei non era piu' capace di intendere e volere).
* SUICIDIO ASSISTITO - Consiste nell'aiutare un soggetto che chiede di porre fine alla propria vita, ma in cui e' lui stesso ad assumere un farmaco letale. Questa possibilita' e' prevista in Svizzera, dove si e' recato Dj Fabo, aiutato da Marco Cappato. Fabiano Antoniani, pur essendo tetraplegico, ha potuto attivare una pompa infusionale schiacciando con i denti un pulsante. In questo caso l'aiuto e' consistito nel predisporre il meccanismo che ha permesso di assumere la sostanza. Ma il gesto finale e' rimasto suo.