(di Pier David Malloni) - La quarantena è uno dei metodi più antichi per combattere le malattie infettive, tanto che già se ne parla nell'Antico Testamento, molto prima che si conoscesse l'origine della patologie. Lo ricorda, in un periodo in cui la pratica viene riproposta in tutto il mondo a causa del coronavirus, Leslie S. Leighton, storico della Georgia University, che sottolinea come la prima a codificare l'isolamento forzato sia stata la repubblica di Venezia.
La prima malattia contro cui si è usata la quarantena, racconta l'articolo su The Conversation, è la lebbra, a cui fanno riferimento diversi passi della Bibbia, e anche nell'antica Grecia si utilizzava questo metodo contro le patologie capaci di diffondersi. Per tutto il Medio Evo si è utilizzata la pratica, ma è con l'epidemia di peste del quattordicesimo secolo, che uccise tra i 40 e i 50 milioni di europei, che si afferma la forma 'moderna' di quarantena. E' in questo periodo che viene coniato anche il nome, che deriva dal periodo di 40 giorni (che in un primo momento erano 30) che dovevano attendere le navi prima di entrare nel porto di Ragusa, l'odierna Dubrovnik.
Nei secoli successivi l'isolamento è stato usato per combattere diverse malattie, dalla febbre gialla al colera.
Nell'America coloniale il primo esempio risale al 1663 a New York, nel tentativo di fermare un focolaio di vaiolo. La città nel 1730 ha destinato un'intera isola, Bedloe, a questo scopo.
Un esempio divenuto famoso negli Usa è quello di Mary Mellon, poi divenuta nota come 'Tiphoid Mary', una cuoca portatrice sana di febbre tifoide che agli inizi del '900 aveva contagiato la famiglia dove lavorava. Dopo una prima quarantena di tre anni la donn venne rilasciata con la promessa, poi infranta, che non avrebbe più cucinato per nessuno. Negli ultimi anni, nota l'esperto, la quarantena è stata usata per diverse epidemie, dall'influenza alla Sars a Ebola, anche se quella che si sta utilizzando contro il coronavirus è probabilmente la più imponente.