Si chiama Mario ed è il nuovo 'amico' dei malati di Alzheimer. Tecnicamente parlando si tratta di un Managing active and healthy aging with use of caring service robot, ossia un sistema di gestione dell'invecchiamento attivo e in salute mediante l'uso di un assistente robot. Di facile uso, si attiva con la voce e può interagire in due modi: a comando vocale o attraverso un tablet con touch screen posto sul petto. Telefona, apre le porte, ricorda gli orari dei pasti e delle pillole. Mario è appunto un automa dall'aria simpatica occhi grandi, forme umanoidi, concezione innovativa. L'ospedale voluto da Padre Pio a San Giovanni Rotondo ne sta sperimentando tre esemplari sui pazienti con demenza nell'Unità di geriatria.
E' il prodotto di un progetto europeo da 4 milioni di euro, che coinvolge una decina di università, centri di ricerca, imprese e strutture sanitarie di sei diversi paesi: per l'Italia il Cnr e appunto la pugliese Casa sollievo della sofferenza. Il geriatra Antonio Greco, direttore della struttura, ne presenterà domani i primi risultati a Pistoia al Convegno nazionale sui Centri Diurni Alzheimer, 8° appuntamento della serie organizzata per la parte scientifica dall'Università di Firenze con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Nell'occasione Greco parlerà anche dei test condotti con il sistema ViTA, un inedito software progettato da IBM per il programma Impact Grants. Entrambi, Mario e ViTA, sono pensati per prendersi cura in diversi modi degli anziani malati.
Prima di Mario altri robot sono stati dedicati all'Alzheimer, ma questo nuovo prototipo, facendo tesoro delle precedenti esperienze e sfruttando le più recenti tecnologie, offre prestazioni particolarmente elevate. Non dà assistenza fisica, ma aiuta e aiuterà sempre di più i malati a ricordare e a sentirsi meno soli.