La demenza (compreso l'Alzheimer) è in declino in Europa e Stati Uniti, l'incidenza (ovvero la frequenza dei casi) è in discesa per tutte le classi di età interessate dalla malattia, e il rischio di ammalarsi oggi per un individuo è del 13% inferiore rispetto a quanto non fosse nel 2010. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Neurology, il più completo mai condotto finora sull'argomento, che ha coinvolto oltre 49 mila individui il cui stato di salute è stato monitorato per 15 anni almeno. Lo studio è stato condotto da epidemiologi della Harvard University a Boston.
È emerso che mentre nel 1995, un maschio 75-enne aveva in media una chance del 25 per cento di ammalarsi di demenza, oggi le sue chance di ammalarsi sono del 18 per cento inferiori, ha riferito l'autore principale dello studio, Albert Hofman. Il lavoro mostra anche che per l'Alzheimer la discesa è ancora più marcata, con una riduzione della frequenza dei casi del 16% ogni 10 anni.
Il motivo del declino della frequenza dei casi di demenza, sostengono i ricercatori, potrebbe essere rintracciato nella riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari (pressione alta, colesterolo in eccesso etc) o anche in un generalizzato aumento del livello di istruzione. Ma su questi aspetti bisognerà indagare in studi futuri.
Per contro, gli epidemiologi hanno riscontrato un costante aumento dei casi in Asia, Sud America e Africa, dove probabilmente i fattori di rischio (obesità, diabete, pressione alta etc) sono meno sotto controllo e dove, anzi, tendono ad aumentare.
Gli epidemiologi hanno corretto il tiro su un altro aspetto assodato da tempo: non è vero che le donne si ammalano di demenza più degli uomini. Semplicemente, ci sono più pazienti donne perché ci sono più anziani di sesso femminile che maschile.